Carnevale, in scena le antiche tradizioni territoriali

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Non solo mascherine e carri allegorici, chiacchiere e tortelli, coriandoli e stelle filanti, frizzi e lazzi: il Carnevale porta con sé anche tradizioni territoriali antichissime che si tramandano immutate da secoli con lo stesso spirito e coinvolgimento popolare.
Se non avete ancora deciso dove andare a festeggiarlo, ecco cinque carnevali da non perdere.
Vho (AL), Italia – Nel borgo piemontese sui colli di Tortona, al confine con l’appennino ligure, si ripete ogni anno fin dal lontano Settecento il Carnevale Vhoese, quest’anno dal 21 al 25 febbraio, legato alla tradizione contadina e al piacere della condivisione: all’epoca ognuno portava qualcosa del proprio raccolto da consumare tutti insieme durante il cosiddetto “banchetto del contado”, che durava per l’intera giornata, oltre ai paioli in rame per cuocere la polenta e alle saracche con cui accompagnarla, salumi cotti, frutta e vino. Paioli che oggi sono ancora gli stessi tramandati da generazioni, e dove il martedì grasso gli anziani preparano la polenta in piazza trasmettendo la tradizione ai giovani, oltre a tutti gli altri prodotti di un tempo. Gli altri giorni, balli in maschera e pentolacce per i bambini colmi di dolci e piccoli doni.
Nizza, Francia – E’ dedicata al Re della Moda la 136ma edizione del più celebre carnevale della Costa Azzurra, quest’anno in scena dal 15 al 29 febbraio, con uno spettacolo burlesco e scenografico sul tema del fashion, della sua storia e delle sue icone fatto di parate stravaganti, diurne e notturne, di carri e teste giganti, per far ridere e riflettere al tempo stesso; immancabile anche l’altro evento tradizionale della manifestazione carnevalesca, la raffinatissima Battaglia dei Fiori che, sempre sul tema della moda, festeggia la produzione floreale locale con carri e figuranti in appositi costumi, distribuendo migliaia di fiori ai presenti in un’atmosfera festosa e popolare.
Lemesos, Cipro – E’ stato addirittura dichiarato Bene Immateriale Unesco il Carnevale di Lemesos, località marina cipriota, tradizionalmente caratterizzato da riti gastronomici, serenate e parate multicolor: al via quest’anno il 20 febbraio con l’entrata del Re Carnevale per chiudersi il 1° marzo con la sfilata del Gran Carnevale tra carri allegorici e gruppi mascherati, nel mezzo vede in scena la settimana della carne seguita da quella del formaggio, le serenate cantate da cori maschili accompagnati da mandolino e chitarra, considerate dagli abitanti parte della propria identità culturale, e tante feste improvvisate in giro per la città fino a tarda sera. Il giorno successivo alla fine del Carnevale, detto “Lunedì verde” o “Lunedì pulito”, inizia la stagione della Quaresima ma anche della primavera, e per questo si continua a festeggiare con picnic all’aperto a base di olive, polpi e gamberi, e con uno spettacolare volo di aquiloni, simbolico dello spirito che si innalza in cielo.
Locarno, Svizzera – A Locarno a Carnevale non si dorme, perché la Stranociada di tradizione ottocentesca, quest’anno nella notte tra il 21 e il 22 febbraio, impone ben ventiquattro ore di festeggiamenti non stop nella Città Vecchia: i concerti delle Guggen, il venerdì, accompagnano tra musica, balli, animazione e leccornie gastronomiche fino alla grande sfilata notturna in piazza, dove poi il sabato va in scena la tradizionale risottata con luganighe, le tipiche salsicce della cucina ticinese. L’usanza impone infatti di cibarsi abbondantemente in previsione poi del rigore e dell’austerità – in passato a volte addirittura dell’astinenza – della Quaresima. E così si mangia in piazza tutti insieme tra musica e allegria.
Passo Tonale (TN/BS), Italia – Nel teatro di ghiaccio EQ Ice Dome sul ghiacciaio Presena a 2600 metri di quota, dove è attualmente in corso l’Ice Music Festival in cui band e cantanti si esibiscono con strumenti rigorosamente di ghiaccio, il 23 febbraio va in scena uno spettacolo carnevalesco di pupi siciliani realizzati per la prima volta nello stesso materiale con la collaborazione di Tim Linhart, scultore degli strumenti, e maneggiati dallo storico “oprante puparo” Mimmo Cuticchio, principale artefice della rifondazione dell’Opera dei Pupi ed erede della tradizione dei cuntisti siciliani riconosciuta come patrimonio orale dell’umanità UNESCO, da sempre impegnato nella salvaguardia della storica arte dei pupi.

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