16 marzo 2017 – Se avete sempre pensato che l’olio possa essere solo liquido, da oggi fate spazio in cucina alla Polvere d’Olio, una polvere all’Olio Extra Vergine di Oliva Cento per Cento Italiano firmata Davide Oldani eFratelli Carli, che cambia la forma ma lascia totalmente inalterata la sostanza e la qualità della materia prima. Basta spolverarne un pizzico sui piatti già pronti per valorizzare in pieno il loro gusto: va benissimo su pesce e carne, pasta e riso, frutta e verdura. E perfino, inaspettatamente, sul dessert, come suggerisce lo chef stellato: “Si adatta a piatti salati ma anche dolci perché è fatta anche con maltodestrine, quindi ha una componente zuccherina. Il risultato è una nota fruttata e persistente che sprigiona un profumo intenso di olio di oliva con punte aromatiche di erba e foglie verdi, regalando una sabbiosità al palato decisamente interessante”.
La Polvere d’Olio è in vendita da oggi negli Empori Fratelli Carli e sul sito www.polveredolio.it
di Grazia Garlando 18 ottobre 2010 – Case in terra cruda e ville nobiliari, ex conventi e cascine contadine, fino a un elegantissimo relais. Tutt’intorno, sopra e sotto, filari e vigneti a perdita d’occhio, in un suggestivo affresco di foglie verdi e di terra bruna macchiato qua e là da festosi roseti colorati. Quasi incredibile pensare che appena dietro l’angolo corra l’autostrada trafficata che unisce il triangolo superindustrializzato di Liguria, Piemonte e Lombardia, e che in una manciata di minuti e di km si arrivi nei loro trafficati capoluoghi.
Perchè qui in Gavi, al centro della Val Lemme, tra colli e stradine, castelli e abbazie, il tempo scorre lento e la vita ha tutta un’altra dimensione. E soprattutto un altro sapore: quello del suo omonimo vino. Quello che ha fatto la storia e la tradizione di quest’oasi di tranquillità e di aria buona di cui ancora non è molto chiara l’appartenenza regionale, nonostante le coordinate geografiche lo collochino indiscutibilmente in Piemonte, in provincia di Alessandria, ma gli abitanti siano pervasi da un animo decisamente più ligure. Ed è proprio quella bacca Cortese che ha suggerito a dieci aziende vitivinicole del territorio, che le si dedicano con infinita passione e dedizione, un’iniziativa davvero allettante.
Snodate su un percorso complessivo di 11 km, in un suggestivo susseguirsi di vigne e di boschi, di noccioleti e castagneti, di torrentelli e cascatelle, le tenute stanno creando una vera e propria Via del Vino, dando vita al “Circuito Golden Gavi Dalla Terra al Bicchiere”. Un percorso da fare a piedi o in mountain bike, durante il quale incontrarsi a tu per tu con gli animali più disparati come lepri, caprioli, fagiani, daini, cinghiali, pernici rosse, cerbiatti, tassi, volpi e scoiattoli; respirare il profumo di pioppi, acacie, tigli e di un’imponente rovere verde che non perde il suo colore neppure sotto la neve (e che presto darà il nome a un vino novello); attraversare ampi spazi con viste mozzafiato o boschi folti e piccole radure.
E sul quale imbattersi, l’una dopo l’altra, nelle dieci aziende che aprono le porte per deliziose degustazioni di prodotti territoriali assolutamente genuini, arricchiti dalle peculiarità di ciascuna: uva, castagne, funghi e tartufi, dolci tipici come gli “splinsciouni” e i canestrelli al vino bianco, torte di nocciole e marmellate di frutta, focacce e “sitrate”. Il tutto naturalmente annaffiato dalle diverse tipologie di vini locali e da una cascata di frizzanti bollicine, di cui è possibile visitare le cantine e scoprire insieme ai proprietari i segreti del processo di produzione. La Via del Vino ha aperto al pubblico da una sola settimana, e il percorso non è ancora del tutto completo: vale a dire che sia le tenute che le singole passeggiate sono aperte, ma soltanto quattro di loro -“La Fontanassa”, “Il Poggio di Gavi”, “La Giustiniana”, “La Chiara”- sono collegate da un sentiero già preciso, che si estende per 6 km; il percorso con le altre -“Binè”, “La Bollina”, “Castellari Bergaglio”, “Marchese Luca Spinola”, “La Mesma”, “Tenuta San Pietro”- sarà definitivamente completato nel prossimo mese di giugno, con una festosa notte bianca agreste che le animerà tutte tagliando ufficialmente il nastro d’inaugurazione.
Il percorso va fatto su prenotazione, gratuita se si sceglie solo la passeggiata in natura mentre ogni degustazione costa 7 euro a persona, e naturalmente è possibile visitarne anche solo una parte. Per chi invece ha voglia di un intero weekend di relax, qui dove i cellulari non prendono quasi mai e la vendemmia si fa rigorosamente a mano, dove dalla coltivazione dell’uva alla produzione del vino è tutto fatto “in casa”, dove l’autunno e la primavera sono uno spettacolo della natura, è possibile soggiornare nel raffinato resort di una delle tenute, “La Bollina”, che offre, oltre a una rilassante vista a perdita d’occhio nel verde del suo campo da golf, anche ottimi pacchetti di soggiorno.
Dall’alto, anche il maestoso Forte di Gavi, castello feudale dell’anno 1000 (sempre aperto al pubblico con visite guidate) che domina la scena con la sua imponenza, sembra perdersi un po’ nel profumo garbato del suo vino antico… La Strada del Vino Golden Gavi è percorribile solo su prenotazione Degustazioni base: 7 euro a persona Si possono concordare insieme all’azienda prescelta pranzi e cene Tutte le info su:www.circuitogoldengavi.com Le aziende del Circuito Golden Gavi Dalla Terra al Bicchiere: Binè www.vigne-bine.com La Bollina www.aziendaagricolabollina.it Castellari Bergaglio www.castellaribergaglio.it La Chiara www.lachiara.it La Fontanassa www.fontanassa.com Giustiniana – Antica Tenuta www.lagiustiniana.it Marchese Luca Spinola www.marcheselucaspinola.it La Mesma www.lamesma.it Il Poggio di Gavi www.ilpoggiodigavi.it Tenuta San Pietro www.tenutasanpietro.it
Tra marzo e aprile il Québec celebra il tempo degli zuccheri, vale a dire la coltivazione dell’acero e l’estrazione della sua linfa per la produzione del dolce sciroppo. Una tradizione antichissima, che tuttora continua a svilupparsi attorno alle cabane á sucre, luoghi ancestrali della trasformazione di questa melassa dorata che nel tempo hanno portato il Paese a essere il produttore dell’80% dell’intera produzione mondiale di sciroppo d’acero.
E dove ora lo si celebra festosamente in una sorta di rito collettivo, gustando pasti tradizionali a base di zuppa di piselli e fagioli, e di sciroppo d’acero in abbondanza per condire uova e prosciutto, frittelle e torte di zucchero. E anche se ogni cabane propone comunque un menù personalizzato, nessuna manca mai di concludere con la tire, dolce tradizionale e semplicissimo che si ottiene scaldando lo sciroppo a 113° circa per aumentarne la consistenza, per poi versarlo su neve fresca e infine raccoglierlo rotolandovi sopra un bastoncino di legno.