di Grazia Garlando
Chissà perché, quando si immagina una vacanza estiva in Croazia, il pensiero corre subito alle sue quarantacinque isole. Indubbiamente fascinose, caratteristiche e con un mare da cui non si vorrebbe uscire mai. Eppure a soli 70 chilometri da Trieste, nella regione del Quarnero, c’è una riviera altrettanto deliziosa, caratterizzata da un clima dolcissimo tutto l’anno e da un’aria particolarmente salubre, dovuti alla sua posizione tra i 1400 metri del monte Maggiore alle spalle, e il mare delle isole Quarnerine di fronte.
E’ la riviera di Opatija, l’elegante e verdissima cittadina principale: basti pensare che qui da gennaio a marzo fioriscono le camelie, che per questo ne sono anche il simbolo e danno il nome a un ottimo dolce tipico locale a base di fichi e frutta secca. Ed è proprio per le proprietà salutari di questo suo particolare microclima, che nel 1889 fu ufficialmente proclamata Kurort (località di cura) dall’imperatore Francesco Giuseppe, rendendola il centro benessere prediletto dell’Impero Austroungarico; tanto che, dopo la scomparsa dell’amatissima Sissi, fece addirittura costruire l’Hotel Quisisana (il primo degli attuali trentadue lussuosi alberghi) come dono per la nuova compagna, la giovane attrice Katerine Schratt. Dando così il via alla sua fortunata storia di località turistica 365 giorni all’anno, in un’atmosfera vivacemente rilassata che vede hotel e negozi sempre aperti, festival di ogni genere (dal wellness al cioccolato, dal caffè ai fuochi artificiali), prodotti tipici stagionali di terra e di mare come asparagi di bosco, ciliegie, scampi, funghi e marroni. Oscillando da una passeggiata rilassante nel centralissimo Parco di Villa Angiolina popolato da banani e cipressi, alloro e sequoie, magnolie e bambu, a una grappa di vischio sorseggiata negli affollati locali sul mare trasparente; dalle camminate di gruppo su lungomare, colline e montagne, ai tanti trattamenti nel centro benessere comunale o in quelli privati degli hotel profumati di lavanda, magari accompagnati da terapie del suono come gong e campane tibetane.
Fiore all’occhiello, il centenario lungomare che si snoda per dodici chilometri anche lungo le altre località costiere collegandole tutte, in un percorso suggestivo, e a tratti anche molto romantico, a picco sul mare che, tra lecci, allori e ville signorili, svela spiaggette nascoste e baie cristalline: parte dal minuscolo e pittoresco borgo di pescatori di Volosko (adiacente a Opatija) per giungere fino a a Lovran, tranquilla località balneare caratterizzata da un dedalo di stradine strette tra case alte, giardini privati che custodiscono ancora le cisterne medievali, e curiosi Mustacon, sorta di volti minacciosi che sovrastano l’ingresso delle case per proteggerle da malattie e difficoltà.
A solo una decina di chilometri c’è Rijeka, terza città croata dopo la capitale Zagabria e Spalato, e porto maggiore del Paese. Nota agli italiani come quella storica Fiume di cui Gabriele D’Annunzio reclamava l’appartenenza all’Italia dalla terrazza del candido Palazzo del Governatore, ora Museo Marittimo che custodisce anche un giubbotto di salvataggio del Titanic, unico in Europa tra i cinque esistenti al mondo. Dalla collina di Trsat, la zona più alta della città collegata al centro da una lunga scalinata, e dove sorgono il duecentesco santuario di Marija Trsatska e il Castello, il panorama regala infatti una vista suggestiva del fiume Rjecina, che divideva la parte italiana da quella jugoslava prima di andare a gettarsi nell’Adriatico; ancora adesso è presente in città una consistente minoranza nostrana, dotata di centri culturali propri come le scuole, il giornale e il teatro. Giù, nel centro storico delimitato dai palazzi sorti sul perimetro circolare delle vecchie mura esistenti fino alla fine del regno di Maria Teresa d’Austria, nel 18° secolo, si cammina tra contrasti di architetture “fredde” dell’ex regime comunista e chiese cariche di leggende come la Cattedrale di San Vito (il cui Crocifisso miracoloso pare sanguini in situazioni festose o dolorose), tra i tradizionali campanili separati dalle chiese per esercitare la loro vecchia funzione di difesa anche quando queste erano chiuse (particolare quello detto anche Torre pendente per i suoi 40 cm di pendenza) e l’arco romano che costituiva l’ingresso dell’antico bastione di Tarsatica, la cittadella militare. Per uscire alla fine sul Korzo, la via principale dello shopping e dei mercatini, dove un tempo c’era solo mare aperto.
E se alla fine, stanchi di tanta cultura, si va in cerca di relax, lo si può trovare al complesso sportivo delle piscine Bazeni Kantrida con spa annessa, creato e gestito da ex campioni olimpici che ne hanno fatto un’invitante oasi di benessere fisico; al centro astronomico con osservatorio e planetario; o ai tavoli dei tanti ristoranti tradizionali, che offrono una grappa di miele come aperitivo, e un pranzo a base di pasta e di pesce, i più tipici prodotti locali cucinati in mille varianti. Sempre che non ci si trovi qui durante la cosiddetta “quinta stagione”, quella del Carnevale, che secondo la solida tradizione di cui gode in città, comincia l’8 gennaio per protrarsi fino all’inizio della Quaresima, durando quindi dalle cinque alle nove settimane alla presenza di turisti da tutto il mondo, in una festa continua di superbe maschere artigianali e trovate satiriche, di musica e di balli.
Poi basta addentrarsi un po’ nell’entroterra per restare affascinati da una miriade di minuscoli borghi-gioiello medievali in cui il tempo sembra essersi fermato, tra le incantevoli stradine, piazzette e scalinate dove vivono tranquille poche centinaia di abitanti. Come ad esempio Mošćenice, con il vecchio frantoio settecentesco funzionante fino agli anni Settanta con il lavoro del cavallo, le fioriere fuori dai portoni che un tempo conservavano l’olio d’oliva, il museo etnografico nell’ex carcere a torre, gli antichi stemmi asburgici e la discesa a mare attraverso 753 gradini. O come Kastav con i suoi piccoli e numerosi musei delle tradizioni territoriali, Grobnik con il castello a pianta triangolare, Viškovo con la casa natale-museo del compositore Ivan Matetic Ronjgov, simbolo della musica istriana del litorale croato caratterizzata dal canto a due voci e da strumenti popolari come le sopile, strumenti a fiato diventati patrimonio Unesco. Anche questa Croazia è una bella isola. Anche se non galleggia in mezzo al mare.
Dove dormire:
– al centralissimo Grand Hotel 4 opatijska cvijeta di Opatija, composto da quattro lussuose ville affacciate sul mare e con cucina internazionale
– al raffinato Boutique Hotel Kukuriku di Kastav, quindici camere ricavate nell’ex scuola elementare del paese con ristorante gourmet annesso
Dove mangiare:
cucina tipica locale alla Taverna Istranka di Opatija e al ristorante Na Kantunu di Rijeka, con prodotti di stagione freschissimi a km O
Come raggiungerla:
– in treno o aereo fino a Trieste, poi in auto per circa 70 km
– in aereo fino a Zagabria, da cui dista 170 km, con Croatia Airlines, da Roma o con il nuovissimo volo diretto da Milano Malpensa che sarà inaugurato il prossimo 20 maggio e sarà operativo tre volte a settimana
Info:
http://visitopatija.com/it
www.visitrijeka.eu/it
http://croatia.hr/it