Non solo sushi, tempura, sashimi e sukiyaki. Certo, gli ingredienti di base sono prevalentemente quelli: riso, pesce, pollo, maiale, verdure e alghe, accompagnati dalle immancabili salse come il soyu e il miso. Eppure la cucina giapponese offre un’inaspettata varietà di piatti, presentati in tavola come armoniose opere d’arte che miscelano con incredibile perfezione forme, colori e sapori.
Ogni regione ha le sue specialità culinarie, e per averne un assaggio iniziale basta andare nei tanti bar e ristoranti vicini alle metropolitane e alle stazioni ferroviarie, che offrono una varietà infinita di piatti familiari, a prezzi assolutamente vantaggiosi. Oppure si può alloggiare in un ryokan, tradizionali dimore che offrono i kaiseki, piatti tipici fatti di specialità regionali e stagionali. O ancora, procurarsi un bento, il tipico “pasto fuori casa” consistente in un vassoio con un pasto per una persona sola, nutrizionalmente completo, che i giapponesi portano al lavoro o a scuola.
Tra le pietanze meno note che vale la pena scoprire: il kaiseki ryori, piatto di verdure, pesce, alghe e funghi variabili a seconda della stagione e considerato la più raffinata prelibatezza culinaria del Sol Levante, gli yakitori, spiedini grigliati di pollo, fegato e verdure, l’udon e il soba, tagliatelle di farina di grano e di grano saraceno servite in brodo o con una salsa. Tutto, naturalmente, annaffiato dal sake, il tipico vino di riso fermentato nell’acqua da bere caldo.
Giappone, quella cucina sconosciuta
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