22 gennaio 2013 – A quasi due anni dal violento terremoto in Giappone, seguito dal tremendo tsunami che, distruggendo km di costa e pianura, raggiunse la Centrale Nucleare di Fukushima provocando un ingente rilascio di particelle radioattive, com’è la situazione nella No-Go Zone, l’area circostante fino a un diametro di 20 km immediatamente evacuata e tutt’ora proibita a chiunque?
Sette mesi dopo l’evento, il fotoreporter italiano Alessandro Tesei è riuscito a entrarci, e tra riprese non autorizzate, confessioni rubate e appelli inascoltati, ha realizzato con il suo team il documentario “Fukushame: The lost Japan”, mettendo in luce un problema ambientale, ma anche politico e sociale, sull’opportunità o meno del nucleare civile.
“Un viaggio inquietante fra le città fantasma della zona proibita attorno a Fukushima fino a poche centinaia di metri da quel che ne resta, sotto il pericolo invisibile e sempre presente delle radiazioni nucleari che anche noi, ovviamente, abbiamo in parte assorbito, anche se i successivi controlli a cui ci siamo sottoposti non hanno rilevato nulla di preoccupante -racconta-. Purtroppo ora il nuovo governo ha deciso di riaprire alcune aree e sta effettuando lavori di decontaminazione, che però appaiono superficiali e inefficaci: a che serve spostare altrove la terra inquinata quando ormai la contaminazione è penetrata un po’ ovunque? Inoltre intende rilanciare la politica nucleare e proseguire con la produzione di energia. Adesso i giapponesi, sempre molto fiduciosi, cominciano a porsi delle domande.”
Il lavoro inaugura, domani, il progetto Mercoledì Doc, appuntamento settimanale o quindicinale dei cinema Palestrina di Milano e Aquila di Roma che propongono una giornata interamente dedicata alla presentazione di un documentario italiano con tre proiezioni giornaliere. Seguirà il 30 gennaio “Ciao Italia”, di Barbara Bernardi e Fausto Caviglia, sugli italiani trasferiti a Berlino, e a metà febbraio l’antropologico “Fili invisibili – Storia minima della famiglia Bioni” di Andrea Papini.
Il disastro giapponese inaugura le giornate dei documentari
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