Israele celebra la festa di Sukkot

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E’ appena dopo l’inizio dell’autunno, precisamente il 15 di Tischri, che secondo il calendario ebraico cade la tradizionale festa religiosa di Sukkot, detta anche festa delle capanne o dei tabernacoli: per apprendere da Mosè l’insegnamento della Torah, i figli d’Israele rimasero nel deserto per quarant’anni dimorando in abitazioni instabili e precarie, capanne (Sukkah) con un tetto di fronde e foglie che permetteva di scorgere il cielo da una parte scoperta per non dimenticare mai, nelle vicissitudini della vita, di lasciare simbolicamente uno spazio da cui far entrare la luce di Dio.
Durante la festa, in seguito, tutti si recavano a Gerusalemme ad ascoltare la lettura della Torah, conferendole un significato di gioia: quella della fine del lungo peregrinare, dell’acquisita comprensione e accettazione delle Leggi, del raggiungimento della Terra promessa.
Oggi durante la settimana di celebrazione, strade, giardini e terrazzi israeliani si affollano delle caratteristiche capannine di legno e stoffa contenenti i simboli della festa, primo tra tutti il Lulav, composizione costituita da un ramo di palma, tre di mirto e due di salice legati fra loro con elementi vegetali, a cui aggiungere a parte un cedro intatto. Vari e molteplici i significati, dai diversi caratteri delle persone alle membra del corpo umano che si associano nel lodare il Signore.

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