Israele avvolta in un grande abbraccio bianco. Perché se è storia e cultura, cibo e vino, sport e avventura, benessere e natura, chi avrebbe mai detto che qualche volta è anche neve? E se le sue calde giornate di sole fanno brillare il fascino millenario di un Paese spettacolare, i fiocchi candidi caduti copiosi in questi giorni soprattutto su Gerusalemme fanno risaltare le sue atmosfere silenziose, la sua luce sublime, la sua bellezza senza tempo.
Perché Israele è sempre e comunque una scoperta. Una bellissima scoperta.
3 febbraio 2011 – Si intitola “In bici dalla Siberia a casa” la cronaca filmata di un viaggio incredibile: dalla Siberia all’Inghilterra, un uomo solo, più di 30.000 miglia, 3 anni di viaggio, una bicicletta e nessun appoggio, né di mezzi né di compagni d’avventura, attraverso 3 continenti e 28 nazioni, incontrando banditi, scalando le montagne del Tibet, superando le vallate dell’Afghanistan e ripercorrendo la via della seta, che ancora oggi resta un itinerario difficile anche per i moderni mezzi fuoristrada.
Rob Lilwall, professore di geografia, ha deciso di impegnarsi in questo difficile, pericoloso e faticoso viaggio, solo per amore dell’avventura e per la curiosità di vedere da vicino quello che aveva studiato da lontano. Si è fatto riprendere dalla gente che incontrava e ha ripreso ciò che vedeva intorno a sè: le mulattiere e i sentieri sassosi e impervi, gli animali selvaggi, i fumatori d’oppio, i ribelli e i regolari, le guardie di frontiera, rischiando spesso di essere preso di mira come ostaggio, preda, terrorista o contrabbandiere. In onda da domani su Rai 5 in prima serata, un affascinante resoconto in soggettiva di tre anni di cammino: dalla Siberia giù fino al Vietnam, e poi in Cina, per arrivare in Tibet e passare in Afghanistan, Uzbekistan, Iran, fino all’Europa, per risalirla dalla Grecia e tornare finalmente in Inghilterra. “In bici dalla Siberia a casa”
Rai 5
tutti i venerdì ore 21.00
14 giugno 2019 – “Vai col liscio!” Raoul Casadei lo disse per la prima volta nel 1972 sulla pista da ballo delle celebri Rotonde di Garlasco, creando uno slogan diventato immortale.
E c’è da giurarci che lo griderà ancora più forte durante la quarta edizione della Notte del liscio, che, tra tradizione e contemporaneità, da questa sera fino al 16 giugno metterà in scena su piazze, spiagge e lungomare della riviera e dell’entroterra romagnolo una grande festa a ritmo di valzer, polka e mazurka, con le più celebri orchestre della tradizione che insieme a special guest come Simone Cristicchi, Orietta Berti, Carlo Marrale e la Banda Rulli Frulli, per citarne solo qualcuno, le reinterpreteranno con inedite contaminazioni in chiave contemporanea. “Il liscio è l’identità della nostra terra, un’allegria che non finisce mai” dichiara Raoul, il mitico re del liscio e gran cerimoniere questa sera a Cesenatico accanto al figlio Mirko, direttore artistico della manifestazione, che con la sua Orchestra aprirà la rassegna in un festoso spettacolo con tanti ospiti che ancora una volta risuonerà dei ritmi irresistibili dei suoi brani più celebri, da Ciao Mare alla Mazurka di periferia, da Romagna e Sangiovese a Simpatia, fino all’immancabile Romagna mia, il vero e proprio inno romagnolo ripreso e reinterpretato nel tempo da artisti impensabili come Gloria Gaynor, Claudio Villa, Goran Bregovic e perfino i Deep Purple. Proponendo anche il suo nuovo singolo Come se non fosse niente, colonna sonora del film “Tutto Liscio!”, uscito lo scorso febbraio, alla cui proiezione si potrà anche assistere proprio insieme a Raoul e Mirko. Mentre chi non smetterebbe mai di ballare, potrà farlo anche all’alba sulla spiaggia e alla sera sotto le stelle, in una tre giorni infinita di danze e allegria. “In Romagna siamo praticamente nati ballando, abbiamo dato vita alle canzoni del ballo e le abbiamo portate in tutta Italia – dichiara Mirko – è qualcosa che abbiamo nel dna, nel sangue e nel cuore e ce lo tramandiamo di generazione in generazione, proprio come il senso dell’allegria, dell’ospitalità e dell’accoglienza. Da noi c’è un detto secondo cui quando qualcuno ha sete e bussa a una porta riceve un bicchiere d’acqua dovunque si trovi, ma quando riceve un bicchiere di vino allora significa che è arrivato in Romagna!”