Renne, igloo e cultura Sami: sono questi i tre cardini attorno a cui la Lapponia svedese offre un’autentica e affascinante esperienza artica.
Tanto per cominciare, è possibile immergersi nella storia e nelle tradizioni dei Sami, il popolo indigeno di queste terre prossime al Circolo Polare, sedendo con loro accanto al fuoco nelle kåta, le tende tipiche, ad ascoltarne i suggestivi racconti.
Si può partecipare alle escursioni con le renne, aiutando anche a dar loro da mangiare e poi mettendosi alla guida di una renna da slitta lungo un percorso nella foresta. Assaggiare un pasto tradizionale sami servito nella tenda tipica e cotto a fuoco vivo, in cui non può mancare la souvas, carne di renna salata e affumicata (info su www.nutti.se). E poi pernottare nel nuovissimoIglootel, appenainauguratoalle porte della cittadina di Arjeplog, sul lago di Hornavan, a 70 km a sud del Circolo Polare: una grande struttura di neve composta da diversi igloo la cui temperatura interna varia da 0 a -5 gradi, a seconda che siano la sala da pranzo, il bar di ghiaccio, la lounge o le camere, mentre in uno senza tetto ci si riunisce attorno al fuoco vivo, con tre vasche di legno colme di acqua calda e due saune.
La cittadina offre anche circuiti ricavati da laghi ghiacciati dove è possibile guidare un’auto ad alta prestazione su neve e ghiaccio, percorsi su cui effettuare escursioni in motoslitta o con i cani, aree per la pesca nel ghiaccio e suggestive gite in elicottero. Foto souvas: Magnus Skoglöf/imagebank.sweden.se
Oltre 2.400 km di costa tra insenature, baie di roccia, spiagge di sabbia, porticcioli di pesca e di yacht, villaggi della storia americana, antiche comunità d’artisti d’America ed emozionanti escursioni da aprile ad ottobre per l’avvistamento delle balene. Facile raggiungere la costa del Massachusetts già da Boston: dal 20 maggio al 12 ottobre si parte in traghetto per la punta estrema di Cape Cod, P-Town a bordo del “Provincetown Fast Ferry” www.baystatecruisecompany.com, e dal 28 maggio al 31 ottobre per la regione del North of Boston con il catamarano veloce “Salem Ferry” www.salemferry.com
La costa invita innanzitutto all’esperienza naturalistica dell’avvistamento delle balene, o whale watching, che parte da diversi porti e garantisce lo spettacolo www.massvacation.it/sport-whale-watching.asp, ma ognuno di loro promuove anche interessanti escursioni marine, come “Plymouth Harbor Cruises”, che organizza una crociera nel porticciolo di Plymouth a bordo del “Pilgrim Belle”, barca Mississippi-style con narrazione storica, viste spettacolari di Plymouth Rock, Mayflower II, Plymouth Beach, Clarks Island www.plymouthharborcruises.com
Tanti anche gli eventi e i festival, a cominciare dal 10° Annual Cape Cod Maritime Festival, l’11 e 12 giugno, celebrazione della ricca tradizione marinara che si tiene ad Hyannis al Cape Cod Maritime Museum www.CapeCodMaritmeMuseum.org/events, mentre Boston dal 29 giugno al 4 luglio festeggia con oltre 200 eventi il 30° Boston Harborfest, grande celebrazione patriottica nazionale sul repertorio di tradizioni coloniali e marinare nel cuore della città-culla della Rivoluzione Americana www.bostonharborfest.com 50° anniversario, il 7 agosto, per il Cape Cod National Seashore, il Parco Nazionale Costiero di Cape Cod, che offre due centri per i visitatori: a Salt Pond, ad Eastham aperto tutto l’anno e a Province Land, a Provincetown da metà maggio a fine ottobre. Nel museo a Salt Pond la mostra “People of the First Light” mette in luce cultura e storia nativa dei Wampanoag attraverso manufatti, fotografie e arte, una dimora parziale -wetu- e storie orali. Le tribù native Aquinnah e Mashpee Wampanoag hanno contribuito alla realizzazione del progetto con due stazioni per l’ascolto, fornendo otto messaggi dei Wampanoag su diversi temi culturali www.nps.gov/caco Foto Tim Grafft, Kindra Clineff – MOTT
Una terra integra e autentica, marcata dalla linea dell’equatore e dove la natura si esprime in spettacolare libertà tra acque trasparenti e spiagge candide, picchi montuosi e foreste rigogliose. Chi ha mai sentito parlare di São Tomé e Príncipe, minuscolo arcipelago di una ventina di isole nell’Oceano Atlantico che prende il nome dalle due maggiori, al largo dell’Africa centro-occidentale nel golfo di Guinea? Pochi, vero? Eh sì, perché questa piccola repubblica indipendente, ex colonia portoghese da loro scoperta nel 1471 e che ancora conserva le antiche Roças – tipiche fattorie coloniali di cui alcune ancora attive, altre trasformate in resort di charme, altre in stato di abbandono – è rimasta fino ad ora del tutto al di fuori delle rotte turistiche, conservandosi come un piccolo Eden intatto e nascosto. Una terra vulcanica dal microclima marittimo-equatoriale, che alterna la stagione delle piogge –marzo, maggio, ottobre e novembre – con clima caldo umido e scrosci improvvisi e abbondanti di breve durata, alla stagione secca chiamata Gravana, da giugno a settembre, con cielo nuvoloso, brezza costante e temperature moderate, oltre alla Piccola Gravana, a gennaio e febbraio, con sole e cielo terso e temperature tra i 25 e i 30° di giorno ma notti fredde. Una terra che vive delle sue pregiate produzioni agricole locali come cacao, caffè, spezie, arachidi e frutti tropicali, del suo mare pescoso, delle sue piante di banana, palma da cocco e da olio, e del tradizionalissimo albero del pane. Ma che ora la sua accogliente e pacifica popolazione, che conta poco più di 165.000 abitanti, ha deciso di iniziare ad aprire timidamente al turismo. Certo non quello dei grandi numeri, sia ben chiaro, ma quello attento e discreto dell’ecoturismo e della sostenibilità, amante degli spazi naturali incontaminati, delle escursioni naturalistiche nella foresta primaria tra rarità di fauna e flora, del whale watching e del turtle watching, delle piccole strutture di charme e eco-luxe.
E proprio per dare prospettive di progresso migliorando le condizioni di vita, alcune Ong-Onlus stanno mettendo in atto progetti di aiuto e sostegno, come quello dell’italiana Alisei Fluta Non-La Nostra Frutta, gestita insieme alla Diocesi di São Tomé e Príncipe, per la lavorazione di farine e frutta disidratata ricavate da prodotti locali come l’albero del pane, oltre a banana, manioca, papaia e ananas, matabala, jaca e cajamanga: produzioni alternative a quelle classiche da destinare al mercato estero salutista, veg e vegetariano, oltre naturalmente a quello interno con particolare attenzione ai bisogni nutrizionali dei bambini.
L’arcipelago si raggiunge settimanalmente dall’Italia con Tap Portugal, via Lisbona con scalo tecnico a Accra (Ghana) per un totale di 11,30 ore di volo; le isole sono collegate tra loro giornalmente, domenica esclusa, con STP Airways, in 35 minuti di volo, e con il Portogallo una volta a settimana; con Air Italy via Accra richiedendo due volte il check-in.
[box] IL MIGLIOR CACAO DEL MONDO Sapevate che a São Tomé e Príncipe si produce il miglior cacao del mondo? La sua coltivazione viene introdotta a fine Ottocento, nascono le grandi tenute, le cosiddette Roças, e l’arcipelago diventa rapidamente uno dei principali esportatori mondiali grazie all’altissima qualità del prodotto locale, su cui è tuttora incentrata l’attività agricola di queste isole. Oggi è coltivato da diverse cooperative, molte con sistemi completamente biologici, che si occupano dell’essicazione e poi della spedizione dei semi, pronti per le successive lavorazioni; c’è un solo coltivatore, italiano, che produce direttamente il cioccolato in loco con tecniche del tutto artigianali. [/box]