Notte del liscio, la Romagna balla sotto le stelle

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14 giugno 2019 “Vai col liscio!” Raoul Casadei lo disse per la prima volta nel 1972 sulla pista da ballo delle celebri Rotonde di Garlasco, creando uno slogan diventato immortale.
E c’è da giurarci che lo griderà ancora più forte durante la quarta edizione della Notte del liscio, che, tra tradizione e contemporaneità, da questa sera fino al 16 giugno metterà in scena su piazze, spiagge e lungomare della riviera e dell’entroterra romagnolo una grande festa a ritmo di valzer, polka e mazurka, con le più celebri orchestre della tradizione che insieme a special guest come Simone Cristicchi, Orietta Berti, Carlo Marrale e la Banda Rulli Frulli, per citarne solo qualcuno, le reinterpreteranno con inedite contaminazioni in chiave contemporanea.
“Il liscio è l’identità della nostra terra, un’allegria che non finisce mai” dichiara Raoul, il mitico re del liscio e gran cerimoniere questa sera a Cesenatico accanto al figlio Mirko, direttore artistico della manifestazione, che con la sua Orchestra aprirà la rassegna in un festoso spettacolo con tanti ospiti che ancora una volta risuonerà dei ritmi irresistibili dei suoi brani più celebri, da Ciao Mare alla Mazurka di periferia, da Romagna e Sangiovese a Simpatia, fino all’immancabile Romagna mia, il vero e proprio inno romagnolo ripreso e reinterpretato nel tempo da artisti impensabili come Gloria Gaynor, Claudio Villa, Goran Bregovic e perfino i Deep Purple. Proponendo anche il suo nuovo singolo Come se non fosse niente, colonna sonora del film “Tutto Liscio!”, uscito lo scorso febbraio, alla cui proiezione si potrà anche assistere proprio insieme a Raoul e Mirko. Mentre chi non smetterebbe mai di ballare, potrà farlo anche all’alba sulla spiaggia e alla sera sotto le stelle, in una tre giorni infinita di danze e allegria.
“In Romagna siamo praticamente nati ballando, abbiamo dato vita alle canzoni del ballo e le abbiamo portate in tutta Italia – dichiara Mirko – è qualcosa che abbiamo nel dna, nel sangue e nel cuore e ce lo tramandiamo di generazione in generazione, proprio come il senso dell’allegria, dell’ospitalità e dell’accoglienza. Da noi c’è un detto secondo cui quando qualcuno ha sete e bussa a una porta riceve un bicchiere d’acqua dovunque si trovi, ma quando riceve un bicchiere di vino allora significa che è arrivato in Romagna!”

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