Pranzo di Natale, vini per ogni tavola

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24 dicembre 2012 – Vuole la tradizione che per pranzi e cene di Natale ogni regione proponga ricche tavole fatte di prodotti tipici locali. Ecco allora i consigli di Enoteca Italiana, il più antico Ente nazionale del vino, per le migliori eccellenze enologiche da abbinare alle tante e diverse specialità culinarie, dalle grandi firme a quelle con un ottimo rapporto qualità prezzo.
Il brindisi iniziale è per tutti, indistintamente, con bollicine italiane: uno Spumante “metodo classico” Franciacorta o Trento Doc, oppure quelle dell’Oltrepò Pavese a base di Pinot Nero, ma vanno benissimo anche i tanti spumanti tradizionali “metodo martinotti” con l’alfiere Prosecco.
Passando ai primi piatti, al nord i tortellini in brodo si accompagnano a un bianco fermo, morbido, oppure a una Bonarda o un Lambrusco emiliano, mentre quelli caratterizzati da sughi di carne o cacciagione a un Nebbiolo o Barbera piemontese, al Chianti o igt Toscani, ai siciliani Nero d’Avola e Cerasuolo Vittoria, ai pugliesi Primitivo di Manduria e Negroamaro, fino al Montepulciano d’Abruzzo, l’importante è che siano freschi, giovani e di gradazione media. Mentre i “culurgiones” di Sardegna, ravioli ripieni di patate e pecorino fatti a mano, si sposano con il bianco Nuragus di Cagliari o con il rosso Carignano del Sulcis.
Al sud solitamente il menù intero prevede pesce: si può iniziare con un Vermentino di Lunigiana, Sardegna o Toscana, anche se molto diversi fra loro, oppure con un Fiano di Avellino, una Falanghina campana, un Roero Arneis piemontese, un Verdicchio di Jesi o un veneto come il Soave Superiore.
Per i secondi piatti, il tradizionale bollito è perfetto con una Barbera vivace o con un Lambrusco, mentre i crostacei con un Traminer aromatico dell’Alto Adige, meglio noto come Gewürztraminer, sostanzioso e opulento, e il pesce bianco cotto al sale o alla griglia con i vini del Friuli Venezia Giulia, come un Friulano del Collio o una Ribolla Gialla; di genere diverso i bianchi siciliani Grillo, Catarratto o Inzolia, e i campani Falanghina, Fiano di Avellino o Greco di Tufo.
In Toscana, con l’arrosto di faraona, anatra, fegatelli e cacciagione, un Chianti Classico Docg, oppure, sulla costa, un Morellino di Scansano o Bolgheri, mentre in Umbria un Torgiano o Sagrantino di Montefalco; gli umidi di cacciagione, come cinghiale, capriolo e lepre, richiedono vini ancora più strutturati e possenti con grado alcolico, e invecchiati: Barolo, Brunello di Montalcino, Amarone della Valpolicella, Vino Nobile di Montepulciano. O addirittura i numerosi vini monovitigno autoctoni: i bianchi Verdeca, Bombino, Pecorino Passerina, Grillo, Izolia, Trebbiano, Traminer, e i rossi Aglianico, Canaiolo, Colorino, Cannonau, Ciliegiolo, Gaglioppo, Fumin, Ruchè.
Nel Lazio con il tradizionale capitone un rosso giovane dal gusto secco e sapido, come il ligure Rossese di Dolceacqua, ma anche un Circeo Rosso Doc o un bianco Moscato di Terracina secco; in alternativa, di tutt’altro genere, una Vernaccia di San Gimignano, il primo vino Doc a bacca bianca della storia italiana.
In Calabria, lo “stocco di Cittanova”, pesce con la “ghiotta” (sughetto di olio, cipolla, pomodori, olive, capperi e uvetta), è con un Cirò rosato locale. I grandi e versatili vini Rosati possono essere comunque abbinati con tutto, tanto che esistono nelle tipologie Spumante, Frizzante o Tranquillo, dal gusto fruttato e intenso; la Puglia ne ha tanti, come l’unica doc Rosato d’Italia, Castel del Monte, mentre gli altri sono prodotti con vari vitigni come Negroamaro, Uva di Troia, Montepulciano, Pinot Nero, Raboso, Sangiovese e Aglianico.
E per il dessert, con panettone milanese e pandoro veneto un Asti spumante, un Moscato d’Asti o il meno conosciuto Moscadello di Montalcino; con panforte e ricciarelli senesi un autentico Vin Santo toscano, un Marsala siciliano o una Vernaccia liquorosa sarda; con le torte alla crema il Moscato di Pantelleria e di Noto, la Malvasia delle Lipari o lo Sciacchetrà delle Cinque Terre, e con quelle al cacao il veneto Recioto della Valpolicella o il Picolit friulano, perfetto anche con la pasticceria secca. Chicca finale, una tavoletta di cioccolato con Barolo chinato, Aleatico, o Refrontolo passito.
Prosit! E Buon Natale a tutti!

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