21 dicembre 2017 – Dalle Isole Lofoten, patria dello stoccafisso sopra il Circolo polare Artico, ai Grigioni svizzeri, passando per un campo scout in Abruzzo, il ghiacciaio dello Stelvio e il Gargano, tra folklore, tradizioni e buona cucina. E’ qui che approderà la settima edizione di MasterChef Italia, al via da questa sera su Sky Uno HD e disponibile su Sky On Demand (oltre alla striscia daily dal lunedì al venerdì alle 20.05 su Sky Uno HD con storie e ricette di giudici e partecipanti), che si preannuncia dunque ancora più appetitosa del solito. Tanto più che a mettere la ciliegina sulla torta ci penserà la chef triestina Antonia Klugmann, new entry in giuria al posto del fuggitivo Carlo Cracco, una stella Michelin conquistata appena un anno dopo l’apertura del suo ristorante L’argine, a Vencò in quel di Gorizia, e un attaccamento fortissimo alla cucina del territorio regionale e di confine e alle sue materie prime.
Perché se l’Italia è il paese che conta il maggior numero di chef donne stellate al mondo, non poteva certo mancarne una nello show cooking televisivo più celebre e seguito, che tra l’altro quest’anno vede alzarsi notevolmente il livello qualitativo dei partecipanti. Anche se esserci, come confessano candidamente i suoi compagni di giuria Bruno Barbieri, Antonino Cannavacciuolo e Joe Bastianich, per lei non è stato affatto facile: “All’inizio le abbiamo reso la vita davvero difficile per capire se fosse pronta a entrare nel meccanismo del programma, arrivando perfino a farla piangere. Ma lei ha saputo tenerci testa, e ora possiamo dire che ha salvato la crisi del settimo anno. E’ una grande donna e un grande cuoco, e siamo felici di averla con noi”.
“Io mi sento sempre in gioco. Ho aperto il mio ristorante a 26 anni, una piccola realtà di provincia con appena quindici coperti, ed è lì che voglio rimanere, con la mia cucina territoriale e tutte le sue tecniche, prima tra tutte quella di fermentazione, ma MasterChef è l’occasione per guardare fuori e crescere professionalmente” spiega Antonia. E prosegue: “E’ strano come in Italia la cucina di casa sia in mano alle donne, ma quella professionale molto meno. Se ne contano poche non solo tra le chef, ma perfino nelle brigate. Eppure non c’è alcuna differenza nel modo di cucinare maschile e femminile. Per questo nel mio ristorante pretendo di più da loro: sento la responsabilità di aiutarle, spronandole a dare sempre di più. E ammetto che quelle che hanno partecipato a MasterChef in tacchi a spillo e con un occhio sempre attento alla telecamera mi hanno un po’ turbata: il nostro lavoro è un’altra cosa, è passione ed entusiasmo. E mi ha fatto tanto piacere riscontrarlo in moltissimi concorrenti”.
Per questo, per il vincitore, sarà grande l’onore di veder pubblicato, come sempre, un suo libro di ricette. Mentre l’onore del programma è anche quello di continuare a sostenere la lotta agli sprechi alimentari, riutilizzando o donando in beneficienza i cibi non usati.