E’ stato inebriante. Un viaggio saporito lungo una settimana, tra croccantezze e morbidezze, contrasti e armonie, sorprese e tradizione. In un ventaglio di aromi e ingredienti irresistibili che per una pizza addicted come me sono davvero il sapore della vita.
E’ in questo tripudio di gusto e allegria che è andata in scena a Milano l’irresistibile prima edizione della Milano Pizza Week. Organizzata dall’influentissima guida 50 Top Pizza che ne ha approfittato per premiare le migliori cento pizzerie in Italia. Accuratamente esaminate durante l’anno in forma anonima dai suoi ispettori, in un numero davvero elevato di locali scovati su e giù per l’intera penisola.
E allora eccoli qui i grandi vincitori del concorso più appetitoso d’Italia.
Al primo posto, ex aequo, si piazzano I Masanielli di Francesco Martucci, a Caserta, e Diego Vitagliano Pizzeria, a Napoli, come Migliori pizzerie dello stivale.
Seguite da Confine di Mario Ventura e Francesco Capece, a Milano. E poi da I Tigli di Simone Padoan a San Bonifacio, nel veronese.
Il Pizzaiolo dell’Anno è Francesco Capece di Confine.
La Pizza dell’Anno è la “Margherita Provola Affumicata & Pepe Nero di Sarawak” di Dry Milano.
E poi tanti altri premi, uno più goloso dell’altro. Dalla Proposta dei fritti alla Carta dei dessert, dalla Frittatina di pasta al Servizio della birra, dalla Novità dell’anno alla miglior Performance, dal Forno verde all’One to Watch.
Il saporito evento nel mondo
Il prossimo passo allarga decisamente il saporito raggio d’azione. Le prime quaranta in classifica entrano infatti di diritto in 50 Top Pizza World 2024, vale a dire le 100 migliori pizzerie al mondo. Che il prossimo 10 settembre si ritroveranno al Teatro Mercadante di Napoli per la grande cerimonia di premiazione.
Mentre il 26 e 27 novembre avrà luogo a Londra 50 Top World Artisan Pizza Chains 2024 e World Pizza Summit 2024.
“La nostra Italia è sempre più profumata di pizza, sfociando in un incubatore di idee e nuovi format di qualità sempre maggiore” dichiarano i tre curatori della guida Barbara Guerra, Luciano Pignataro e Albert Sapere. Rivelando che siamo – inaspettatamente! – secondi solo agli Usa nel suo consumo annuale: 7 kg a persona contro i loro 13. Sarà per questo che gli americani, quando assaggiano la nostra, ne rimangono letteralmente strabiliati?