Non poteva che essere l’Italia la partecipante più attiva e presente a Goût de France/Good France, viaggio appassionante nella cucina francese del XXI secolo durante cui oltre mille chef di cinque continenti ne promuoveranno e valorizzeranno la cultura enogastronomica e i valori di convivialità, attraverso menu appositamente studiati che serviranno nei rispettivi ristoranti e bistrot la sera del 19 marzo prossimo. Saranno infatti addirittura un centinaio quelli di casa nostra, con nomi prestigiosi di cui tre verranno poi scelti dall’Ambasciatrice di Francia Catherine Colonna per portare la grande cucina italiana a Palazzo Farnese nell’ambito di “Cucina aperta”, come omaggio alla nostra gastronomia e ai suoi stessi valori di convivialità. Lo scopo è anche quello di confrontarsi su una tavola più sana, naturale, sostenibile e cosciente, secondo le tematiche di Expo 2015 ormai alle porte. Nei tre giorni precedenti all’evento mondiale, dal 16 al 19 marzo, avranno anche luogo a Roma le Giornate della gastronomia francese in Italia, che vedranno nella capitale tre chef francesi impegnati a realizzare con altrettanti colleghi italiani menù a quattro mani da proporre alla sera nei loro ristoranti, tra degustazioni, workshop, masterclass, convegni, visite ai produttori locali fino alla selezione dei prodotti del territorio nei mercati cittadini. Foto: Pierre Monetta
Creatività e mestiere. Che abilmente amalgamati come due ingredienti primari e perfetti danno vita ai piatti di Chef Max, tanto sorprendenti sulla carta quanto incredibilmente gustosi al palato. E che prendono le mosse dalla cucina tradizionale italiana, con relative e sempre freschissime materie prime, per rimodularla in chiave contemporanea. Esaltando i delicati equilibri tra i sapori sulla base di una lunga esperienza internazionale alle spalle, e di svariate tecniche di preparazione adatte alla ricetta da creare.
La fucina di queste perle gastronomiche si chiama M’amo, un ristorante accogliente e appartato gestito con infinita passione dai titolari Massimo, lo chef, e Manuela, che si occupa in prima persona di tutto il resto. Dove si respira un’atmosfera estremamente rilassante nonostante la vicinanza con le vie della movida milanese della brulicante zona Isola.
La creatività nelle ricette, il mestiere nelle mani
Vi dico la verità: appena ho letto il menù sono rimasta un po’ basita. Quei piatti, quegli accostamenti di ingredienti mi sembravano davvero un po’ troppo azzardati. Basti pensare all’ampia proposta di risotti, nei quali lo chef è un vero maestro: al taleggio e caffè espresso, al limone noci e cioccolato, alla burrata cozze e fili di melanzane croccanti, alla pesca e tartare di gamberi.
Ma poi mi è bastato assaggiare la tagliata di manzo con gamberi marinati e gelato, il fagottino di zucchine con ricotta aromatizzata e scaglie di cioccolato fondente, la mousse ai due cioccolati con confettura di fichi e sale dolce di Cervia per ricredermi in un amen. Perché il risultato è davvero d’eccezione.
Volete altri esempi? Le cozze fritte su sautè di agrumi caramellati. Gli spaghetti scampi e n’duja. La quaglia su vellutata al mango e prosecco. Il semifreddo con la cipolla di Tropea. E via di questo passo. Un menù che non soltanto varia ogni tre o quattro mesi per seguire la stagionalità delle materie prime. Ma che dipende anche da quello che ogni mattina lo chef sceglie andando personalmente a fare la spesa, per realizzare anche diversi fuori menù quando qualche ingrediente lo ispira particolarmente. E insegnarli anche ai giovani aspiranti che scelgono di formarsi con lui.
Non solo. Qui potete anche vivere un’esperienza enogastronomica del tutto personalizzata. Perché con un gruppo minimo di sei persone si può organizzare il Tavolo dello Chef, con menù degustazione creato ad hoc in base al budget fornito dai clienti e alle loro preferenze. Oppure potete iniziare a scoprirlo in una delle tante serate a tema, dedicate alle tipicità regionali, ai risotti o semplicemente animate dalla creatività illimitata dello chef.
…e la fretta resta fuori
E poiché un’esperienza gastronomica come quella offerta dal M’amo merita di essere assaporata lentamente e intensamente, potete stare tranquilli. Nessuno vi soffierà sul collo per liberare il tavolo e far accomodare i clienti in attesa. Non ci sono turni, si può restare seduti tutto il tempo che si vuole. Perché, dicono Massimo e Manuela, “da noi bisogna rilassarsi e godere ogni singolo boccone, senza alcuna fretta”. Che in questi ritmi quotidiani già tornati a girare alla velocità della luce, davvero non è poco.
15 gennaio 2021 – Ingredienti e piatti della cucina nipponica quasi sconosciuti tanto in Italia quanto in tutta Europa. E piccoli produttori con le loro storie, territori e metodologie per farsi conoscere online, ovviamente con possibilità di vendita: si chiama Gourmet Giappone la nuova piazza virtuale gastronomica del Paese del Sol Levante ideata dagli imprenditori Maiko Takashima e Lorenzo Ferraboschi, con focus sulla millenaria cucina washoku, la cucina tradizionale giapponese Patrimonio Culturale Immateriale Unesco, basata su stagionalità, ingredienti, equilibrio ed estetica.
Ecco gli ingredienti sconosciuti della cucina nipponica
Buone notizie, dunque, per i già appassionati di sushi, carne wagyu e sake, che possono così conoscere e sperimentare salse, condimenti, riso, sake, tsukemono, matcha e tè verde non ancora presenti dalle nostre parti, con chicche come la soia invecchiata e la salsa di soia bianca, quelle a base di succo di agrumi e di Dashi, gli tsukemono – verdure stagionali marinate -, i fiori di ciliegio al sale, i germogli di bambù, il tè verde dal gusto dolce e molti altri, naturalmente corredati da ricette per cucinarli come dovuto.
Pronti a vestire i panni di novelli giappo-chef per stupire prima se stessi e poi gli invitati?