Danilo Sacco: “Amo Irlanda e Scozia, soprattutto la cucina”

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10 giugno 2014 – Al suo ultimo disco “Minoranza rumorosa“ di cui è autore, interprete e musicista, da oggi in tutti i negozi e in digital download, oltre che in tour estivo per tutta Italia, ha collaborato anche il suo carissimo amico Charlie Allen, esilarante suonatore di cornamusa che sta creando nientemeno che un villaggio medievale fortificato a DunCarron, in Scozia, dove naturalmente porterà anche la musica e la cultura tradizionale locale. Ed è qui che Danilo Sacco sogna di potersi concedere al più presto qualche settimana. In questo villaggio, e in questa parte di nord Europa che ha inspiegabilmente nel sangue.
La prima volta che ho messo piede in Irlanda, precisamente a Galway, in Connemara, ho provato l’incredibile sensazione di essere a casa. Non ci ero mai stato prima, eppure mi sembrava di conoscere a fondo ogni città che visitavo, da Dublino a Cork. Chissà, magari in una vita precedente sono nato proprio lì. Ho sempre una gran voglia di tornarci. Irlanda, Scozia, Islanda…ogni Paese di quella zona è capace di stregarmi, forse perché, pur essendo sempre Europa, è una realtà decisamente diversa da quella dei popoli più latini come il nostro.
Cosa ti attira particolarmente di quei posti?
Tutto, ma non nego che un gran ruolo lo giochi la cucina. Lì ho mangiato i migliori tranci di salmone della mia vita, delle minuscole e irresistibili ostriche, e un delizioso Irish Stew (il tipico stufato di montone locale) cucinato con la Guinness. E non c’è stato un pub in cui non mi sia concesso regolarmente quella che veniva chiamata semplicemente “zuppa del giorno”: non ho mai saputo cosa ci fosse dentro, magari anche gli avanzi del giorno prima, eppure ogni volta era spettacolare.
Quindi non sei d’accordo con chi sostiene che lì non si mangia bene?
Premesso che la cucina italiana resta indubbiamente la migliore del mondo, io trovo che si mangi bene ovunque, purché si sia disposti a provare i piatti tipici locali. Ed è quello che io faccio sempre e dovunque. Non bisogna avere paura di assaggiare. Come dice il critico gastronomico statunitense Andrew Zimmern, “se vi sembra buono, mangiatelo”. 

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