Per i tanti cultori del turismo ecosostenibile, la Repubblica Dominicana propone diversi itinerari ecosolidali tra le piantagioni di zenzero, cacao, caffè e canna da zucchero detti Rutas, percorsi guidati che consentono di far conoscere da vicino tutte le fasi, dalla coltivazione alla produzione, allo scopo di valorizzare i prodotti locali. Qualche esempio?
Nella provincia di Samanà la Ruta del Jengibre (via dello zenzero) prevede escursioni tra i campi in compagnia di esperti coltivatori; a San Francisco de Macorìs la Ruta del Cacao offre la conoscenza dell’intera fase di produzione, dalla raccolta al confezionamento, passando per estrazione, fermentazione ed essicazione; nelle province di Salcedo e Bonao sono sei le Rutas del Caffè, in mezzo alle montagne per garantire un clima fresco ideale per le coltivazioni; nella provincia di Hato Mayor la Ruta del Chocolate svela i segreti dei processi di coltivazione del cacao e della produzione del cioccolato.
Inoltre meritano una visita, sempre guidata, anche le numerose piantagioni di canna da zucchero tra la Romana e Bayahibe, oltre a un’altra Ruta del Cacao nella provincia di Barahona, e un tour in un’altra Ruta del Caffè presso la sierra di Bahoruco.
Quanti scrittori, pittori e letterati ha ispirato la fascinosa figura della mondina? Quanti registi, attori e attrici, che hanno dato vita a film entrati nella storia come Riso Amaro e La Risaia, girati negli anni ’50 fra le campagne vercellesi e novaresi? Campagne in cui la coltivazione del riso continua ancora oggi a giocare un ruolo fondamentale fin da quel lontano 1866 in cui la costruzione del canale Cavour, la maggiore opera di irrigazione piemontese, diede il via alla diffusione intensiva della coltura, nonostante le prime forme risalissero addirittura alla metà del 1400. Certo, oggi le mondine non ci sono più o quasi, sostituite da macchinari e diserbanti. Ma le voci delle rane e degli aironi si rincorrono ancora battendo il passo alle stagioni, e le cascine dei borghi agricoli puntellano ancora la pianura attraversata da un fitto reticolo di fossi e canali irrigui.
Ed è a Casalbeltrame, uno di questi piccoli borghi in territorio novarese classificato città slow e costituito da un pugno di case rurali raccolte attorno all’antico “ricetto” in cui si rifugiavano gli abitanti in caso di necessità, che l’affascinante Museo etnografico dell’attrezzo agricolo L’ civel, ricavato nello storico Cascinale dei Nobili, racconta minuziosamente il lavoro risicolo di un tempo attraverso attrezzi, mezzi agricoli e immagini d’epoca, in un percorso che, secondo il susseguirsi delle stagioni, trasmette un amore profondo e vibrante per la cultura contadina ancora più vivo che mai. Un amore che prende corpo nella cucina territoriale semplice e genuina offerta dall’ambiente caldo e accogliente del ristorante Pane, amore … Poderia, in un’ala dello stesso cascinale, dove i piatti dello chef Fabio Arimatea, rigorosamente a base di prodotti locali di gran qualità, sono capaci di rendere sorprendentemente innovative le ricette più tradizionali. Qualche esempio? Le focacce di riso con lardo, i panini di riso con salam d’la duja e bagnetto verde, la torta sacher con farina di riso venere: riso, ovviamente, proveniente da ottime aziende locali come Riso Buono e Falasco, magari condito con zafferano autoctono di Rita Sala e annaffiato dai vini delle Cantine Barbaglia di Boca, tanto per indicare alcuni produttori di gran qualità. Dove i prodotti utilizzati si possono anche acquistare, e l’identità territoriale si esprime anche negli eventi tematici organizzati dall’attivissima titolare Roberta Linda Calza, come la merenda sinoira, tipica piemontese, e il pranzo domenicale abbinato ai giochi della tradizione.
Un’atmosfera di pura genuinità che sembra quasi senza tempo, in quello storico e suggestivo contesto architettonico caratterizzato dal susseguirsi di cinque chiese, una accanto all’altra dalla più grande alla più piccola che le rende note in loco come chiese “matrioska”, a pochi passi dal giardino di Materima, la cittadella della scultura che si sviluppa attorno a un esemplare bicentenario di Ginkgo Biloba, il più antico dell’intero Piemonte, e dalla Riserva naturale della Palude di Casalbeltrame dove vivono quasi duecento specie di uccelli. E tra riserie sterminate, campi di zafferano e un silenzio avvolgente, queste terre d’acqua, nella quiete operosa delle loro giornate senza fine, danno il meglio di sé. Come allora, come sempre.
Per saperne di più sul territorio si può consultare la bella guida gourmArt “Viaggio in Piemonte” (Cinque Sensi Editori, 18 euro) di Teresa Scacchi e Gianfranco Podestà
L’olio è quello extravergine d’oliva del Lago di Garda, precisamente della sponda occidentale vocatissima all’eccellente produzione, selezionato in diverse varietà per esaltare i sapori di ogni piatto.
Ma è anche quello dei motori delle cento auto storiche che fanno bella mostra in uno spazio appositamente dedicato, spesso ancora perfettamente funzionanti. Con tanto di officina per garantirne il massimo della cura. Ci sono anche quella di Diabolik e dei film di Grace Kelly, i sidecar e perfino uno storico antenato dell’e-bike, tanto per dare un’idea.
Senza dimenticare quello delle vivaci pitture a olio che adornano le pareti, firmate nientemeno che dal comico Francesco Salvi in veste inedita.
E dunque non può che essere proprio Olio. Ristorante di pesce con orto il nome di questo insolito ristorante a Origgio (VA), alle porte di Milano, a breve distanza dal polo fieristico di Rho e dall’aeroporto internazionale di Malpensa. Inserito in un complesso chiamato The Box che include anche orti, agrumeti, serre e uliveti secolari. Oltre a una vera e propria mostra d’arte che prosegue nell’ampio giardino con creazioni di fine bellezza.
Olio, una goccia di eccellenza
Ci vado, quindi, già preparata all’idea che qui l’uso sapiente del liquido d’oro sia una condizione assolutamente irrinunciabile. Quello che non potevo immaginare sono invece la fantasia e la ricercatezza che trasformano ogni piatto in una piccola opera d’arte visiva, al punto che quasi dispiace sciupare. E’ il trionfo dei prodotti del mare, dai crostacei ai molluschi, dal polpo al tonno rosso, dal branzino allo spada. Impreziositi da quelli dell’orto, spesso utilizzati in forma di salse e sughi, mousse e sorbetti, tocchetti di frutta e verdura. E accompagnati da deliziose focaccine fatte in casa che esaltano tutto, dando libero sfogo a una cucina gourmet di gran qualità fatta di prodotti del giorno sempre freschissimi. Oltre che da una cospicua scelta di vini italiani e stranieri che danno spettacolo anche nell’enorme teca all’ingresso con oltre seicento bottiglie.
Una food experience tutta da vivere, ve lo assicuro, aperta anche a chi ha problemi di celiachia grazie a un’apposita cucina separata per evitare rigorosamente ogni contaminazione. E che, per chi la preferisce più light e informale, è offerta anche nell’accogliente cocktail bar per aperitivi e aftter dinner, con una quantità di cocktail e distillati da abbinare a crudi di mare e di terra.
Un posto di grande effetto, dominato dal design e dai giochi di luce che si estendono anche sulla terrazza panoramica perfetta per la bella stagione. Dove trionfano il legno, le pietre, i cristalli, il metallo, i tessuti, in un’eleganza sobria e raffinatissima. Corposa e saporita proprio come una goccia d’olio buono.
Olio Via SP233 Varesina, Ingresso pedonale e carraio 1, 21040 Origgio (VA) Aperto da martedì a sabato dalle 12.00 alle 14.30 e dalle 19.30 alle 22.30, domenica solo a pranzo Cocktail bar: aperto da martedì a domenica dalle 18.30 alle 00.00