La stagione autunnale nel sud della Francia è fatta di atmosfere carezzevoli, colori tenui e profumi intensi, miscelati dai raggi di sole che riscaldano uno dei suoi periodi davvero più magici. Perciò se avete ancora qualche giorno di vacanza a disposizione, un itinerario dalla Costa Azzurra alla Provenza è sicuramente quello che ci vuole per chiudere in bellezza la stagione del relax. Noi ve ne suggeriamo uno in quattro tappe, ma più tempo avete e più ne potete aggiungere, tanto non c’è che l’imbarazzo della scelta.
Il viaggio ha inizio appena superato il confine italiano, e ha il profumo dei limoni della deliziosa Mentone, da dove comincia a sfilare la dolce e soleggiata Costa Azzurra con il suo clima sempre mite che gli regala una ricca vegetazione mediterranea; l’agrume è infatti il simbolo della città grazie alla celebre Festa del Limone che si svolge ogni anno tra febbraio e marzo. Poco più avanti, tra Nizza e Cannes, Antibes svela il suo cuore storico racchiuso dai bastioni del XVI secolo, dominati dal Fort Carré a forma di stella e affacciati sui lussuosi yacht del porto Vauban, mentre la movida prende quota a Juan-les-Pins, al di là del verdissimo promontorio di Cap d’Antibes, capitanata dall’antico e prestigioso festival musicale Jazz à Juan.
Una mondanità che prosegue nella leggendaria St.Tropez, da sempre meta di vip e notti senza fine; ma anche raffinato borgo dai colori pastello che sfumano dal rosa all’arancione fino al rosso vivo, incorniciando il porto, il mercato e le piazzette affollate dai giocatori di petanque, le bocce francesi. Poi ancora qualche passo e ci si ritrova immersi nell’atmosfera da Belle Epoque della città di Hyères, pervasa da un irresistibile fermento culturale e baciata dai prodigi della natura: ne sono un esempio le antistanti Iles d’Or, veri e propri paradisi marini protetti tra cui spicca l’incantevole isola Porquerolles caratterizzata da un paesaggio incontaminato fatto di spiagge caraibiche, boschi verdissimi e campi di fiori variopinti. Attenti, però: correte seriamente il rischio di non voler più fare ritorno…
Aprile 2018 – Credevate che Gabriele D’Annunzio appartenesse ormai alla storia passata, relegato tra libri di scuola e memorie storiche? Fate un salto nel piccolo e delizioso borgo di Gardone Riviera, su quella sponda bresciana del Lago di Garda che profuma di limoni, di ulivi e di vino grazie a coltivazioni autoctone favorite da un dolcissimo clima mediterraneo, e che lo ospitò nell’ultima fase della sua esilarante vita. E vi accorgerete che è ancora qui più presente che mai, tra lo splendido lungolago affacciato sull’Isola del Garda – l’isoletta privata dei conti Cavazza, i cui giardini rigogliosi e parte della loro sontuosa dimora in stile veneziano sono ora aperti anche alle visite del pubblico – e le stradine acciottolate che conducono al celebre complesso del Vittoriale degli Italiani, dove abitò per diciassette anni insieme alla compagna, la pianista Luisa Baccara, prima in affitto e poi da proprietario.
E’ ancora presente in questa casa, da lui chiamata Prioria, che definire scenografica è quasi un eufemismo, ridondante di 33.000 volumi e 10.000 oggetti di ogni sorta quasi ammassati l’uno sull’altro, ancora nelle collocazioni originali in quella suggestiva atmosfera di semioscurità dovuta alla sua fotofobia: c’è ancora intatto, per dirne uno, l’armadietto pieno dei farmaci da lui usati. E’ ancora presente nel sottostante Museo D’Annunzio Segreto che mette in vetrina i suoi effetti personalissimi come vestaglie e pantofole, toeletteria e necessaire da viaggio, e nel Museo D’Annunzio Eroe che punta sulla sua storica esperienza militare. Ed è ancora presente anche nel prestigioso Grand Hotel Gardone affacciato sul lungolago, in cui alloggiò tre mesi nel 1921 insieme a tanti suoi ospiti letterati, artisti, musicisti e nobildonne, in attesa che venissero ultimati i lavori all’ex Villa Cargnacco, appunto il futuro Vittoriale: nella sua junior suite è stata pienamente ricreata l’atmosfera delle sue stanze. E in questa nuova stagione, appena ripartita, in ogni camera c’è a disposizione degli ospiti un flacone di Il Piacere, una delle quattro fragranze della linea esclusiva “I Profumi di d’Annunzio, Odorarius Mirabilis” a lui ispirata, e prodotta in collaborazione con la Fondazione il Vittoriale degli Italiani, dove, tra l’altro, inaugura proprio questo mese la mostra D’Annunzio e l’arte del profumo. Odorarius Mirabilis che ricostruisce il suo universo olfattivo, terzo step di un progetto partito con la profumazione della Prioria e proseguito con la creazione delle quattro essenze. E quando nel 2002 fu commemorato il gemellaggio tra Gardone Riviera e Pescara, la sua città natale, il barman in chief del Grand Hotel, Massimo Mannella, creò appositamente il Dannunziano, cocktail a base di mirtilli, liquore Aurum e spumante che ancora oggi l’albergo serve, magari accompagnato da tartine alla mousse di trota in arrivo direttamente dal ricettario della celebre Suor Intingola, cuoca ufficiale del Vate. Un privilegio di cui nessun altro, tra le tante altre celebrità passate dal Grand Hotel – da re Giorgio di Sassonia all’astronauta russa Valentina Tereskova prima donna nello spazio, dallo scopritore del vaccino contro la poliomielite Albert Sabin allo scrittore Vladimir Nabokov, da Lou Reed a Patti Smith fino al tenore Josè Carreras – è stato insignito, fatta eccezione per Sir Winston Churchill, giunto qui nel luglio 1949, qualche anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale durante la quale era stato trasformato in ospedale per poi tornare nuovamente albergo: la sua camera conserva ancora gli arredi originali, e al Winnie’s Bar, chiamato così in suo onore, si serve ancora il suo Champagne preferito, il Pol Roger, diventato lo champagne ufficiale della maison. Per questo in questo splendido borgo di Gardone Riviera, Bandiera Blu per le acque pulite, Bandiera Arancione Touring per l’offerta di eccellenza, e membro del club dei Borghi più Belli d’Italia, il Grand Hotel Gardone continua a rappresentare una realtà imprescindibile che lega passato e presente nei suoi 400 metri di lunghezza affacciati sul lago, nel suo nobile Salone delle Feste, nella cucina territoriale a km 0 vestita di nuovo del ristorante ‘Il Giardino dei Limoni’ aperto anche agli esterni, nella sua spiaggia privata, piscina e solarium. Anche se adesso il turismo, iniziato con la sua apertura nel 1884 (fu il primo hotel, alcuni anni dopo, a godere della luce elettrica) come invernale per il bel mondo mitteleuropeo, si è ribaltato in estivo e in maggioranza inglese, forse, chissà, perché risente ancora del potente traino churchilliano. Ma sono davvero tanti, da queste parti, i luoghi che meritano una visita, certamente apprezzati da chiunque: dai già citati Vittoriale e Isola del Garda alle limonaie di Gargnano, dal giardino botanico di Gardone al Duomo di Salò, dal borgo caratteristico di Limone alle animate Sirmione e Desenzano del Garda. Senza farsi mancare un bicchiere del tipico Valtènesi Chiaretto, elegante vino rosè fresco e sapido prodotto qui da oltre un secolo, e che sta approdando ora anche nel parco del Vittoriale. Perché anche se Gabriele D’Annunzio era quasi astemio, possedeva comunque una cantina con i vini più prelibati da offrire ai suoi ospiti. E le tradizioni, si sa, non muoiono mai. La ricetta del Dannunziano 3/10 di mirtilli freschi centrifugati 1/10 di Aurum (liquore pescarese al gusto di arancia) 6/10 di Pol Roger Viene servito in un bicchiere tipico, e il suo colore un po’ cupo ricorda proprio gli interni del Vittoriale
Dormire in un ex carcere con le sbarre o in campeggio nel fango durante un festival rock, salire in bici e scendere nelle gallerie delle miniere abbandonate o visitare il passato nei musei. E soprattutto ballare, cantare, fare musica e divertirsi al ritmo dei tanti festival di ogni genere che d’estate accendono di festa Ljubljana e dintorni. Per i giovani la Slovenia sta diventando una meta molto divertente. Oltre che economica, che non guasta. Facilmente raggiungibile anche con Interrail e voli low cost, è disseminata di strutture ricettive a buon prezzo, oltre che decisamente particolari: l’ostello Celica a Ljubljana è un ex carcere militare con venti celle artistiche, Situla a Novo mesto offre alloggio nel museo, Pliskovica sul Carso in una casa carsica di oltre 400 anni, e l’ostello Pr’Tatko in una vecchia fattoria caratteristica della Gorenjska a Kranjska Gora. Da provare anche il campeggio Korita sul fiume Isonzo.
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