Cucina tradizionale campana e sushi take away: sulla lussuosa isola di Capri, a due passi dalla celeberrima piazzetta, arriva lo chef stellato Gianfranco Vissani con “L’Altro Vissani”, uno spazio di grande cucina con venti tavoli, cinquanta posti a sedere e un menu intitolato La memoria del gusto, omaggio a cibi e vini locali e ai sapori del Mediterraneo con prodotti, ovviamente, a km 0. Mentre per i diportisti di passaggio propone insolite confezioni di sushi take away, realizzato esclusivamente con pescato locale e consegnate direttamente a bordo in due formule a scelta di 32 o 16 pezzi. La chicca è un piatto speciale dello chef appositamente dedicato all’isola: i cappelletti bianchi alla caprese con straccetti di pesce e zucchine (pasta fresca imbottita di pomodorini del Vesuvio e mozzarella di bufala), che è possibile gustare soltanto qui.
Tra le altre proposte: risotto con sogliola al Black Velvet, aragosta al mirtillo, crudo di pesce all’italiana con dressing di senape e doppia panna, insalata di seppie, papaia e patate al pepe lungo, e per dessert una rivisitazione dei più tradizionali dolci napoletani come sfogliatelle, babà e torta caprese.
Aperto a pranzo e cena otto mesi all’anno, con chiusura invernale, nel pomeriggio offre piatti freddi come insalatone o sushi.
27 aprile 2012 – Cucina dolce cucina, che ormai sembra essere diventata la grande passione universale: diverte, rilassa, appaga, scatena la creatività e soprattutto restituisce il gusto della vita, letteralmente parlando.
Tant’è che sono sempre di più le strutture turistiche che propongono ai loro ospiti golosi corsi pratici di cucina tipica locale, per imparare dagli chef a cucinare i deliziosi manicaretti della tradizione. Una vacanza produttiva, insomma. Al B&B Il Richiamo del Bosco, nel cuore dei Boschi di Carrega in quel di Parma, ha luogo domani il primo di due corsi primaverili, Laboratorio di cucina con erbe spontanee e fiori selvatici, per sviscerare proprietà e utilizzo tra i fornelli di melissa, alliaria, aneto e via dicendo, ed elaborare con le proprie mani un menu completo dall’antipasto al dolce per poi consumarlo a cena tutti insieme.
Sabato 9 giugno sarà invece la volta del Corso sul Miele, con approfondimenti su miele, polline, pappa reale, cera e propoli, e relative proprietà e caratteristiche d’utilizzo alimentare e cosmetico, seguito da una cena a base di formaggi abbinati a vari tipi di miele, verdure e prodotti da forno. Costo: 75 euro per persona, inclusi corso, cena, pernottamento e prima colazione
Solo corso + cena: 35 euro Spostandosi in Toscana, il Monsignor della Casa Country Resort & Spa a Borgo San Lorenzo, nella campagna del Mugello (FI) -a pochi metri dalla villa rinascimentale “La Casa” dove nacque nel 1503 l’autore del Galateo Monsignor Giovanni della Casa- organizza corsi di cucina locale seguiti dal pranzo o dalla cena con le pietanze preparate durante la lezione: quiche agli asparagi con pancetta e pecorino fresco, cocotte di cannelloni ritti alla fiorentina, rotolo di coniglio pancettato, terrina d’anatra in crosta, crespella alla fiorentina in gratin, cosciotto d’agnello o di tacchino ripieno ai carciofi, sformatino di spinaci o di porri e grana, muffin alle gocce di cioccolato e pistacchi in salsa vaniglia, rotolo di meringa alla panna e salsa al cioccolato. Costo: da 171 euro a persona in camera matrimoniale, inclusi pernottamento con prima colazione, corso, pranzo o cena con le pietanze preparate Scendendo verso la Puglia, Borgo Egnazia propone una Scuola di Cucina basata su tradizioni e sapori tipici locali, quelli autentici e genuini della cultura contadina, dedicando ogni giorno a un tema specifico: lunedì le spezie (cucinare con le erbe aromatiche abbinandole alle ricette pugliesi), mercoledì la focaccia (i segreti di impasto, lievitazione e cottura), giovedì pranzo tipico pugliese (pasta al pomodoro fresco e basilico, polpette e brasciole della tradizione, crostata di ricotta), venerdì torte e biscotti (dai biscotti alle mandorle alle “cartellate”), domenica l’olio d’oliva (dagli uliveti delle campagne fasanesi). Ancora più giù, immancabile la cucina siciliana: a Linguaglossa (Ct), alle pendici del vulcano, la Tenuta Chiuse del Signore, azienda agricola e vitivinicola, propone irresistibili giornate “Cassata e Cannoli”, dedicate alla preparazione di questi dolci tradizionalissimi. E basta la lista degli ingredienti a far venire l’acquolina: ricotta di pecora, zucchero, cioccolato, frutta candita e mandorle racchiusi nella croccante “scorza” a forma di tubo da cui il nome (in quanto per friggere la pasta veniva arrotolata intorno a canne di fiume) per i cannoli; Pan di Spagna con ricotta, zucchero, vaniglia, pezzetti di cioccolata, frutta candita e liquore, per le coloratissime e decoratissime cassate.
Immancabile, a fine giornata, l’assaggio, con un abbinamento di vini in una degustazione guidata. E per chi avesse voglia di scendere ancora, spostandosi oltre confine, al Dar Darma di Marrakech, prestigioso riad nel cuore della Medina, si va alla scoperta delle antiche ricette della tradizione marocchina, ricche di sapori, aromi e colori e caratterizzate dai profumi dello zafferano, del cumino e del coriandolo, con lezioni di cucina in cui cimentarsi nella preparazione di cous cous speziati, tajine di agnello ai datteri e mandorle, pollo al miele, pastilla, briouat di verdure, harira, dolci e tè alla menta. Tutto naturalmente da degustare poi in compagnia. Costo: da 60 euro a persona, cena inclusa, massimo sei persone E chi invece alle fatiche del cucinare preferisce le gioie dell’assaporare, non potrà che apprezzare la romantica proposta del pacchetto Cena per 2 del Koller’s Hotel****S e dell’Hotel Forelle**** in Carinzia: una suggestiva cenetta su una zattera che ospita solo quel tavolo in mezzo al lago Millstätter See, a cui accedere in motoscafo alla luce del tramonto. Tutta, naturalmente, a base dei tanti prodotti tipici locali, tra i quali figurano pesce, in particolare trota e salmerino, speck affumicato, polenta e il celebre tortellone carinziano Kärntner Nudeln. Costo: da 520 euro a persona, inclusi tre pernottamenti e una cena sul lago con trasferta in motoscafo, aperitivo e gala dinner di sette portate
Un pranzo completo di cucina cantonese contemporanea. Interamente accompagnato da una selezione di tè perfettamente abbinati a ogni piatto. Perché se a volte le chiamano food experience, un motivo ci sarà pure. E quella che mi sono goduta da MU dimsum è stata sicuramente una di quelle.
Il locale è accogliente e raffinato, nei suoi ampi spazi caratterizzati dal calore del legno che in cinese si dice, appunto, mu. Ma pur sapendo di trovarmi in un ristorante di cucina cantonese contemporanea, non mi era chiaro in cosa consistesse esattamente questa sapiente incarnazione di cucina cantonese tradizionale con divagazioni contemporanee. Applicata, tra l’altro, a una varietà di piatti a base di carne, pesce e vegetariani.
Ho scelto il menù degustazione, ricco e decisamente completo. E tutto si è svelato.
Piatti tradizionali vestiti di nuovo, la cucina cantonese tra passato e presente
L’idea è infatti quella di proporre piatti tradizionali, compresa quindi anche un’ampia selezione di dim sum, realizzati con materie prime, tecniche moderne e nuovi sapori. Per chi non lo sapesse, il dim sum consiste infatti in una grande varietà di piattini risalenti all’epoca dell’antica Via della Seta, quando i viaggiatori si ristoravano con il rito dello yum cha – letteralmente bere il tè – accompagnato da spuntini, detti appunto dim sum. Per fare qualche esempio, i sofficissimi Bao (che io trovo irresistibili) con farciture diverse, e i cannelloni di riso. Gli Har Gau, tipici ravioli al vapore ripieni di gamberi. Lo Shao Mai con pasta all’uovo al vapore ripieno di pollo, funghi e gamberi. Lo Xiao long bao con carne di maiale biologico e brodo.
C’erano anche quelli nel mio menù degustazione. Oltre a Involtini Primavera con gamberi rosa, spaghetti di soia e sgombro. Tagliatelle di riso con manzo e germogli di soia. Char Siu Bao, il mio amatissimo panino grigliato con ripieno di maiale bio caramellato. La Pecking Duck, anatra alla pechinese con crespelle sottili, salsa e verdure croccanti. E infine il Mochi di riso al mango con scaglie di cocco.
Cucina cantonese al sapore di tè
Potevo scegliere di abbinare tutto a una selezione di vini. Ma come dicevo, per provare l’esperienza completa ho puntato su quella di tè, in quattro tipologie calde e fredde, dai sentori floreali, fruttati e vegetali. Serviti in tavola secondo l’antico rito dello yum cha fatto di gestualità e tempi di attesa per il puro piacere degustativo. C’è comunque a disposizione un intero menù dedicato, tra neri, verdi e bianchi, intensi e delicati, affumicati e profumati.
Il tutto, sempre secondo i tempi tradizionali, è durato la bellezza di tre ore. Ma alla fine sono uscita dal locale con un pezzettino di cultura in più. E non soltanto gastronomica.
MU DIMSUM Via Aminto Caretto 3 (ang. via Fabio Filzi), 20124 Milano Aperto dal lunedì al venerdì dalle 12.00 alle 15.00, sabato e domenica fino alle 16.00