Sperimentare la vita dei contadini, mungendo le mucche o foraggiando gli animali da cortile, raccogliendo le verdure nell’orto e la frutta dagli alberi, magari anche rifornendosi di acqua direttamente dalla fonte. Quando ritmi e panorami cittadini cominciano ad andare stretti, i numerosissimi masi altoatesini dell’Associazione Gallo Rosso, che assiste e supporta i contadini locali, sono pronti a offrire ai loro ospiti un’autentica esperienza di vita rurale. Stante il fatto, però, che non si tratta di un lavoro ma pur sempre di una piacevole vacanza, durante la quale beneficiare innanzi tutto dei tanti prodotti genuini come latte e yogurt, vini e distillati, formaggi e marmellate, e tanti sciroppi naturali di frutti ed erbe locali come lamponi, ribes rossi e neri, bacche e fiori di sambuco, menta piperita, erba cedrata, melissa, dente di leone ed erbe selvatiche aromatiche di montagna, raccolti direttamente nei prati e nei boschi in alta quota.
Molti offrono agli ospiti la possibilità di prepararsi pranzi e cene raccogliendo anche liberamente frutta e verdura nell’orto del maso in cui soggiornano. E altri hanno addirittura creato delle vere e proprie piscine naturali, anche dette biolaghi, bacini ornamentali d’acqua dolce, molto spesso balneabili e con un ecosistema perfettamente integrato con il paesaggio circostante, dove l’acqua si libera dalle impurità attraverso un sistema naturale di filtrazione, detto fitodepurazione. Che dopo una camminata in montagna, un’escursione in bicicletta o un’attività nei campi, arriva proprio a proposito.
Chi mi conosce lo sa: ho una passione viscerale per i borghi storici. E più sono piccoli e fiabeschi, più mi attraggono fatalmente.
Uno così, però, non l’avevo proprio mai visto.
Una manciata di baite di legno e pietra che sembrano uscite dalle pagine di un libro di fiabe. Immerse in una distesa verde che d’inverno la neve dipinge di bianco, sullo sfondo maestoso delle vette alpine nell’immensità dello spazio e del silenzio. E un minuscolo caseificio artigianale che produce latte e formaggio che più a Km 0 di così non si può.
Si chiama Case di Viso questo posto incredibile a un passo da Ponte di Legno, nell’ariosa Val Camonica che collega Lombardia e Trentino. Dove i fortunati possessori delle baite vengono a trascorrere momenti davvero rigeneranti e romantiche serate al chiaro di luna.
I nuovi borghi 2.0
Ma per chi non ha la fortuna di essere tra quelli, è appena arrivata una bella alternativa proprio a Ponte di Legno. Si chiama Green Village, ed è un raffinato villaggio deluxe di villette e appartamenti superecologici (realizzato da Guerini Real Estate & Hospitality, azienda familiare leader nel campo dell’edilizia green, che vede operativi sul campo il padre Giuliano e i tre figli Alessandro, Marco e Stefano) in una sorta di Case di Viso 2.0. Perché producono addirittura più energia di quella necessaria per viverci, grazie al sistema di costruzione di case attive G-System, basato su una serie di caratteristiche innovative. Che consente di creare abitazioni a impatto zero, dotate dei migliori comfort e senza costi in bolletta. Permettendo addirittura ai proprietari di rivendere l’energia aggiuntiva come previsto dalla normativa vigente. Con una scelta mirata anche dei materiali di costruzione.
Tipicità gastronomiche e kermesse suggestive tra borghi e natura
E poiché la famiglia Guerini possiede anche il delizioso ristorante Il Panoramico, con vista e cucina ugualmente strepitose, non ho resistito ad assaggiare le delizie del territorio che propone in abbondanza. A cominciare da un sublime tagliere di formaggi e una selezione di carni pregiate annaffiate da rossi d’eccellenza. Ma ci sono anche piatti di pesce, e una proposta di pizze che fanno venire l’acquolina soltanto a leggerle sul menù. Occorre tornarci, più e più volte. Magari in occasione del Water Music Festival, spettacoli di musica, arte e intrattenimento sui laghi montani del comprensorio Pontedilegno-Tonale, dal 12 luglio al 25 agosto, con camminata sulla passerella galleggiante sul lago di Valbiolo al Passo Tonale. O dei concerti live della rassegna Alba in quota, dal 21 luglio al 23 agosto, assistendo al suggestivo sorgere del sole tra le vette del Gruppo Adamello-Presanella. Per poi spostarsi al rifugio con una ricca e invitante prima colazione. E un’estate sicuramente al fresco tra l’antica magia dei borghi, potete contarci.
di Grazia Garlando
Da una parte la Civita cinta da mura, con i suoi dodici palazzi nobiliari appartenenti a famiglie ricche e potenti. Dall’altra i Sassi, le tradizionali case-grotta aggrovigliate in verticale in un dedalo di vicoli, cantine e cisterne in cui uomini e animali hanno convissuto fino a pochi decenni fa, e che dal 1993 l’hanno resa Patrimonio Mondiale dell’Umanità Unesco.
Questa era Matera, miseria e nobiltà, arte e storia, ombre e silenzi, intrigo e suggestione. Reale e irreale come ancora adesso, con le belle piazze del centro e i fascinosi vicinati dei Sassi che ancora conservano qualche architettura visibilmente sorretta da ossa animali, le sue 155 chiese rupestri – splendida quella bizantina della Madonna dell’Idris, scavata all’interno di uno sperone roccioso- e le sue grotte tufacee misteriosamente spalancate come enormi occhi scuri sull’altipiano murgico. Una piccola grande città di 60.000 abitanti, il 10% di quelli dell’intera Basilicata, scenografico set naturale di oltre quaranta film tra cui il celebre “The Passion” di Mel Gibson del 2004 e il molto precedente “Cristo si è fermato a Eboli” di Francesco Rosi del 1979 per i suoi forti richiami a Gerusalemme e a Petra, a cominciare dagli archi aggettanti della storica via Muro che delinea appunto le vecchie mura.
E proprio qui, in quella piazza Duomo che è il cuore dell’antica Civita, sullo sperone che separa il Sasso Barisano dal Sasso Caveoso dominando dall’alto l’intera città, nella storica ex dimora cinquecentesca della nobile e potente famiglia dei Conti Gattini sorge il prestigioso Palazzo GattiniLuxury Hotel e Spa, un gioiello che ancora emana tutta la suggestione della sua storia nelle venti camere lussuose ed esclusivissime -una diversa dall’altra- con le volte affrescate, nella hall che era il deposito delle carrozze, nella sala meeting che era la cappella gentilizia, nel caffè letterario con i suoi ottocento libri antichi a disposizione, nella formaggera dove si consuma una prima colazione del tutto tipica (assolutamente da provare la pizza bianca e il pane tostato con miele e ricotta), nel ristorante “Don Matteo” con i suoi sapori del territorio lucano -peperoni cruschi, pettole, manzo podolico, funghi e tartufi, ricotte e burrate- rivisitati con raffinatezza, nella beauty spa scavata tra grotte e cisterne tufacee (che propone, tra gli altri, massaggi all’olio d’oliva fornito direttamente da un frantoio locale, anche abbinato a oli essenziali di arancio e limone e a sale marino, e trattamenti all’antico olio di argan puro proveniente dalle zone desertiche del sud-est marocchino, dove è considerato l’elisir di bellezza per le sue proprietà nutrienti, protettive, idratanti e rigeneranti).
Un palazzo suggestivo dove ancora aleggiano lo spirito del conte Francesco Gattini e della giovane figlia, le cui vite agiate ebbero tragica fine: il popolo affamato trucidò spietatamente il conte all’età di 64 anni in un moto di rivolta contro i latifondisti, scovandolo, grazie al tradimento di un domestico, nella stalla in cui era nascosto, mentre la figlia assistette impotente all’assassinio di lui e del servitore di cui era innamorata. In quella stalla che adesso è una delle splendide camere, affacciata su un panorama mozzafiato, pare se ne avverta tutt’ora la presenza, mentre quando soffia il vento nei corridoi echeggia il pianto sommesso della fanciulla.
Poi basta percorrere pochi passi in discesa per ritrovarsi in pieno centro città, in un amalgama di grandi piazze e laboratori artigianali, musei e boutique, monumenti e locali tipici, chiese, come quella deliziosa di San Giovanni Battista in stile romanico-pugliese con portale decorato di fino, e palazzi signorili, come quello cinquecentesco che attualmente ospita il Conservatorio. Sassi abbandonati che ancora suscitano inquietudine, e Sassi trasformati in dimore di design, in alberghi diffusi e in localini tipici. Dove passato e presente si mescolano impercettibilmente in una storia così vicina, così lontana.