Per provare il meglio del celebre mercato all’aperto di Gerusalemme Machane Yahuda, conosciuto anche come The Shuk, l’iniziativa “Assaggi al mercato” si basa su un sistema di “buoni”, accompagnati da una mappa e da una scheda perforata, messi insieme per dare ai visitatori la possibilità di passeggiare al suo interno testando liberamente una varietà di prodotti, sapori e profumi: pane fresco di Gerusalemme direttamente da un forno taboon, pane arabo e il tradizionale baigele a forma di anello con semi di sesamo, caffè biologico con pasticceria tradizionale, bourekas, formaggi, sottaceti fatti in casa, spezie locali e internazionali.
E per il benessere all’insegna del naturale, prodotti cosmetici a base di frutta fresca locale, spezie ed erbe aromatiche.
Il tour può terminare con un gelato Gerusalemme-style, con spiegazione su come è prodotto a livello locale, degustazione di halva -trattamento dolce a base di semi di sesamo- e assaggio di qualità superiore di olio d’oliva locale spremuto.
Ebbene sì, ne faccio parte anch’io. Faccio parte di quel 70% di donne italiane che ama immensamente la birra. Anzi, anche di quel 30% di loro che la beve almeno due volte a settimana, come emerge dall’indagine Gli Italiani e la birra di AstraRicerche per conto di AssoBirra, l’Associazione dei birrai e maltatori italiani.
Del resto sono in buona compagnia, dal momento che sono state proprio le signore le protagoniste della sua storia millenaria. Non lo sapevate, eh? Era il lontanissimo 4500 a.C, quando in Mesopotamia una donna abbandonò in uno sconosciuto villaggio tra il Tigri e l’Eufrate una ciotola d’orzo come dono propiziatorio per gli dei: esposto prima alla pioggia e poi al sole, l’orzo cominciò a fermentare, dando origine in tutta spontaneità alla prima birra della storia. Presto iniziò a venire considerata un alimento al pari del pane, e proprio le donne furono incaricate di produrla, tanto che gli strumenti e gli ingredienti per prepararla divennero immancabili perfino nel loro corredo matrimoniale, anche perché fu associata al concetto di fertilità, al rito delle messi e alle divinità femminili come Ninkasi, venerata dai sumeri e considerata dea della birra. Tempo dopo, nel 1° secolo a.C., la leggendaria Cleopatra, così amante della birra zithum da offrirne agli dei coppe della migliore qualità, grazie alle sue relazioni diplomatiche con i romani riuscì a facilitarne l’esportazione al di là del Mediterraneo, dove fino ad allora imperava il vino; ci volle un po’ per riuscire ad imporla come sua pari, ma alla fine l’impresa riuscì, tant’è che il suo nome si legò alla dea Cerere, la controparte femminile di Bacco, da cui il nome cerevisa. Nel 1100, la monaca tedesca Hildegard von Bingen sistematizzò per prima gli studi sul luppolo cominciando a impiegarlo come aromatizzante al posto delle spezie, e qualche secolo dopo nei villaggi inglesi di campagna nacque ufficialmente la figura della alewise, letteralmente birraia, che arrivò a detenere l’80% delle licenze per produrre birra. Oggi le imprese femminilirappresentano il 10.8% del comparto birrario, e le beerlovers italiane sono sempre in aumento: il 58% la beve perché ne apprezza il gusto, il 48% perché è facile da abbinare con i cibi, il 37% perché crea un clima di condivisione. E io la bevo perché mi piace un sacco, così frizzante e solare da sapere sempre d’estate…
Dieci tipi di miscele di formaggi dal sapore genuino di montagna e con qualche punta di esotico per gustare una golosissima fonduta: è la nuova, irresistibile proposta culinaria del ristorante La Chüdera al Corvatsch, situato presso la stazione a monte di Furtschellas, con vista spettacolare sul lago di Sils. Una novità gastronomica certamente unica, una sorta di Festival della Fonduta, come è già stata ribattezzata, che offre ogni giorno la possibilità di scegliere tra numerose varietà, oscillanti dalle più tradizionali, come quelle del ghiacciaio, dei Grigioni, alpina, svizzera, a quelle più insolite come la fonduta al gorgonzola e rucola, all’arrabbiata dal gusto piccante, ai fungi porcini, al curry. La chicca è la fonduta al tartufo, preparata con una miscela di formaggi nobili, tartufo nero e spumante, e servita con patate raclette, crostini di pane e un bicchiere di Franciacorta.
A noi la scelta appare davvero ardua…non resta che provarle tutte.