Per l’estate in arrivo, l’Umbria schiera un variegato calendario di proposte turistiche per tutti i gusti: dagli irresistibili itinerari enogastronomici ai dieci percorsi attraverso le ville e le dimore storiche delle province di Perugia e di Terni, dal progetto “Parchi Attivi” -dove l’evento sportivo diventa occasione di attenzione alle aree naturali protette e alla biodiversità dei territori- alla rassegna “Capolavori in Valtiberina da Piero della Francesca a Burri. Itinerari tra Umbria e Toscana”, promossa nei due territori dal 22 giugno al 3 novembre per riscoprire alcuni tra i maggiori artisti locali. E in particolare, percorrere itinerari insoliti alla scoperta di dimore storiche e giardini di delizia nel territorio della provincia di Terni, a cavallo tra arte, cultura e gastronomia, è l’obiettivo del raffinato volume di Francesca Romana Lepore “Incanti Ternani – Dimore storiche e giardini di delizia nel territorio” (Bolis Edizioni, 192 pagg + 150 illustrazioni, € 40,00), che attraverso la descrizione di alcune tra le ville e i giardini più importanti della zona, offre una panoramica significativa del patrimonio architettonico, artistico e paesaggistico, dove stili ed epoche differenti, dal Medioevo al tardo Ottocento fino al postmoderno, si incrociano mescolando suggestivamente progettazione e natura.
Uno tra i tanti, ad esempio, è quello che parte da Orvieto, terra di Etruschi, di tufo e di rupi, dove arte, archeologia, misticità e natura si fondono tra i vigneti e le acque del Tevere e del lago di Corbara, tra gli antichi castelli e le necropoli etrusche, gli spettacolari mosaici della facciata del Duomo di Orvieto, i Palazzi Papali e i musei archeologici, il Pozzo di San Patrizio e il Pozzo della Cava scavato nel cuore della rupe cittadina; e poi ancora la città sotterranea con i suoi 2500 anni di storia, e la gustosissima gastronomia, comune denominatore di tutto il territorio, caratterizzata da una cucina semplice e genuina con prodotti tipici locali, come vini ed oli DOP, tartufo, salumi e formaggi. Per sperimentare tutto dal vivo, si può usufruire di uno speciale pacchetto turistico valido da maggio a luglio 2013: 1 pernottamento in camera doppia con prima colazione in hotel 3 stelle a Orvieto, cena tipica locale, visita con degustazione a una villa del circuito, al prezzo di € 63 a persona; personalizzabile con pernottamenti in hotel 4 stelle e strutture extralberghiere, prenotazioni e ingressi ai siti turistici, visite guidate, trasporti e pasti aggiuntivi Per info e prenotazioni:
DITT – Distretto Integrato Turistico Provincia di Terni www.ditt.it; www.umbriaexperience.it
Chi ha detto che i musei sono noiosi, antiquati e ingessati? Il mondo è pieno di esposizioni originali e interessanti, divertenti e fantasiose, in cui aggirarsi è un autentico e sorprendente piacere.
Ecco una selezione di quelli più insoliti e curiosi, assolutamente da non perdere se vi trovate nei paraggi.
Castelnuovo Rangone (Modena/Italia):Il Museo della Salumeria
Festeggia i suoi primi dieci anni il MuSa, primo museo della salumeria in Italia nato, ovviamente, nel cuore di quell’appetitosa Food Valley emiliana che sfoggia storia e sapori dei suoi numerosi gioielli gastronomici territoriali.
Nato per mano della storica Villani Salumi allo scopo di valorizzare e tramandare l’arte e l’artigianalità della salumeria, il gustoso museo multimediale, in continua evoluzione, custodisce testimonianze materiali, immagini, video, storie delle produzioni e antichi macchinari, raccontando aromi e sapori, maestrie e tecniche, territorio e mestieri. Con un settore dedicato anche alla storia di famiglia e a quella dei salumi italiani tipici di ogni specifico territorio, che l’azienda interpreta sapientemente attraverso produzioni ad hoc.
A sottolineare questo decimo compleanno, l’esposizione di una copia originale dell’Editto della Mortadella, emanato dal Cardinal Farnese nel 1661, che ne regolamentava ricetta e luogo di produzione rigorosamente all’interno delle mura bolognesi. E al quale l’azienda è rimasta fedelissima su entrambi i fronti.
Amsterdam (Olanda): Il Museo dei Diamanti
Interamente dedicato ai migliori amici delle ragazze, come cantava Marilyn Monroe in “Gli uomini preferiscono le bionde”, il museo offre, suddivisa in otto sale, una preziosissima collezione che annovera i diamanti più grandi del mondo, quelli autentici sfoggiati da attrici e nobildonne, e alcune riproduzioni di gioielli celebri, come ad esempio quelli della famiglia reale olandese tramandati da generazioni. E poiché da quattrocento anni la città è sede della Borsa dei Diamanti e centro della loro lavorazione e commercio, c’è anche un’interessante documentazione video sulla loro storia e industria che ne illustra l’estrazione e la trasformazione da pietra grezza a incantevole gioiello, la caratura, le modalità per distinguere gli autentici dai falsi e le curiosità su quelli colorati molto rari e ricercati, come il brillante giallo di Tiffany indossato da Audrey Hepburn per la presentazione di “Colazione da Tiffany”.
Aggius (Olbia-Tempio/Italia):IlMuseo del Banditismo
Nel piccolo e fascinoso borgo dell’entroterra gallurese, noto fino a metà Ottocento come il paese più sanguinario dell’intera Sardegna in quanto vero e proprio epicentro del banditismo locale dovuto soprattutto a faide familiari e contrabbando, oltre che all’eliminazione degli odiati messi esattoriali, il museo, allestito nel palazzo della vecchia pretura in pieno centro storico, racconta con un percorso di quattro sale la lunga storia del banditismo attraverso documentazioni reali come armi, foto segnaletiche, schede ed effetti personali, sentenze ufficiali di condanna; una teca è appositamente dedicata al bandito Sebastiano Tansu, diventato noto come il Muto di Gallura. A poca distanza c’è la Rampa di li Pazi, una scalinata dove si cercava di risolvere le faide mettendo pace tra le parti con funzioni religiose e pranzi conviviali, spesso, però, senza successo.
Las Vegas (Nevada):Il Museo del Selfie
Dopo il grande successo del primo allestito a Hollywood, arriva al Miracle Mile Shop di Las Vegas il secondo Museum of Selfies, una realtà interattiva alla scoperta della storia degli ex autoscatti che parte dalla loro antica nascita – ebbene sì, non sono affatto stati inventati con l’avvento dei social- per condurre fino al loro attuale sviluppo, che offre ovviamente ampia possibilità di fotografarsi al suo interno in maniera decisamente fantasiosa. Non mancano le installazioni memorabili della sede hollywoodiana, come il trono interamente composto da selfie stick tratto della serie “Game of Thrones”, la piscina piena di Emoji, e il simbolico Davide di Michelangelo caduto in terra.
Varsavia (Polonia):Il Museo della Vodka Polacca
Nel suggestivo complesso ottocentesco dell’ex fabbrica della vodka “Koneser”, una tra le maggiori del Paese, il museo, unico al mondo dedicato alla bevanda, racconta la lunga storia della sua produzione, consumo e usanze attraverso filmati, installazioni multimediali e documentazioni, mettendo in luce il suo saldo legame con la storia, le tradizioni e i costumi della nazione; vengono organizzati anche workshop per scoprire le differenze di sapore e aroma tra le varie tipologie prodotte esclusivamente da cereali o patate della tradizione agroalimentare locale, imparare le regole per servirle e le modalità di abbinamento con le diverse pietanze. Non mancano ovviamente, al suo interno, i luoghi per degustarla, soprattutto con cocktail a base di vodka. L’ingresso è riservato solo ai maggiorenni.
Polesine Parmense (Parma/Italia):Il Museo del Culatello e del Masalén
All’Antica Corte Pallavicina della celebre famiglia Spigaroli, ex mezzadri di Giuseppe Verdi e ora noti ristoratori, il museo racconta una delle tradizioni gastronomiche contadine più rappresentative del territorio, chiamato appunto anche Terra del Culatello, che mette al centro la figura del maiale, con approfondimenti su quello tipico nero del parmense, attraverso oggetti dell’attività contadina, mappe antiche, documentazione cartacea, fotografica e video; cuore del museo un ampio spazio sotterraneo dedicato ai segreti del Culatello, che ne racconta la storia, le caratteristiche, le modalità di lavorazione e conservazione, e il rituale di degustazione, oltre a custodire una gustosa galleria di esemplari che stagionano nell’umidità e nella penombra. Concludendo il percorso con un’immancabile degustazione alla sala dell’Osteria.
Era il 1570 quando la piazza della Cattedrale di Strasburgo si illuminava a festa per installare il Christkindelsmärik, dando vita al mercatino di Natale più antico d’Europa.
Il 24 dicembre un albero veniva posto nel coro delle chiese di Alsazia. Decorato con mele che ricordavano il frutto della tentazione, di ostie che rievocavano la Redenzione, di fiori di carta colorati, rappresentava l’albero del Paradiso. Col tempo si aggiunsero angioletti, stelle di carta, dolcetti di zucchero e di cioccolato, campane, noci e ghiaccioli di vetro.
Da allora, il Natale inAlsazia non ha mai perso la sua atmosfera di fiaba e di magia. Illuminando a festa città e villaggi, decorando ogni casa con calendari dell’Avvento, corone di rami di pino, candele e nastri rossi, simbolo del tempo dell’attesa, e popolandosi di mercatini festosi.
Si respira nei profumi della cannella, del miele e delle arance. Scintilla nelle luci magiche delle fredde notti incantate. Si esalta nei canti collettivi dell’Avvento e nelle tante iniziative della tradizione raccontate attraverso tessuti d’epoca, evocazioni di minatori, antichi mestieri.
E avvolge di calore chi è ancora e sempre in cerca della sua autentica emozione.