Provenza tra storia e natura: Hyères e le Iles d'Or

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di Grazia Garlando
Arrivi a Hyères e ti è subito chiaro il motivo per cui è conosciuta anche come Hyères les Palmiers: un’infinità di palme, quasi centomila, affollano i suoi giardini, le strade e le piazze, e insieme al clima dolcissimo contribuiscono a renderla estremamente verde e luminosa. Mi trovo nell’estremo sud della Provenza, a metà strada tra Saint Tropez e Marsiglia, in questa bella cittadina in cui il turismo è esploso fin dal diciottesimo secolo grazie all’aristocrazia britannica che arrivava in massa soprattutto in inverno proprio per le sue ottime condizioni ambientali e climatiche, e di cui conserva ancora nobili palazzi. Le sue antichissime origini sono ancora visibili nel sito archeologico di Olbia, l’insediamento fortificato fondato dai Greci nel quarto secolo a.C. Ma è la brulicante e pittoresca città medievale a caratterizzarla fortemente: mi addentro attraversando la maestosa Porta Massilon, l’antica porta principale che conserva ancora una delle due torri di guardia e un grande orologio originale, e mi ritrovo in un dedalo di stradine e scalinate fiorite costeggiate da botteghe artigianali e bistrot tipici. Oltrepasso la Torre dei Templari, la Collegiata di San Paolo con la sua collezione di ex voto tra le più importanti di Francia e il giardino botanico, salendo fino in cima alla collina, dove dal castello dei Conti di Provenza, di cui restano ora soltanto dei ruderi, si apre una vista panoramica a perdita d’occhio.
Porta MassilonTorre dei Templari
Una vista che ritrovo intatta anche lasciando la città medievale e spostandomi molto più avanti nel tempo, nel primo Novecento, su un’altra collina della città dove sorge (sulle fondamenta di un convento del 13° secolo) Villa Noailles, ex dimora dei coniugi Marie-Laure e Charles de Noailles che furono veri e propri fautori dell’avanguardia artistica dell’epoca. Per questo la loro casa, sorprendentemente creativa e moderna per i tempi, rappresenta una tappa imprescindibile per chiunque visiti la città: ha la sagoma di una nave con colorati giardini cubisti sulla prua, e si articola tra strutture cubiche e tetti a terrazzo estremamente funzionali e senza alcun elemento decorativo, ambienti e attrezzature per l’attività fisica e orologi in ogni stanza tutti collegati a un sistema centrale per non essere mai in ritardo negli impegni quotidiani. Razionalismo allo stato puro, insomma, che oggi l’ha trasformata in un centro d’arte dedicato a moda, fotografia, architettura e design, in cui hanno luogo tutto l’anno mostre e festival, come il Festival Internazionale della Moda e della Fotografia ad aprile e la Design Parade a giugno.
Villa NoaillesVilla Noailles I giardini cubisti
Sgranocchiando “cicale”, biscottini secchi tipici dolci o salati, imbocco la cosiddetta “via del sale”, che scorre tra la spiaggia e le saline della penisola di Giens, una propaggine della città dove le antiche saline, un tempo fondamentali per i commerci e ora dismesse, sono popolate da spettacolari fenicotteri rosa. Lì, sulla spiaggia dell’Almanarre, wind surf e kite surf danno il consueto spettacolo di vele colorate che volano tra mare e cielo tutto l’anno. Mi fermo a mangiare una bouillabaisse, la tradizionale zuppa di pesce provenzale con molluschi, crostacei e verdure condita con la rouille, salsa tipica, e punto verso la Tour Fondue, dove mi imbarcherò per l’isola di Porquerolles, la maggiore delle tre che compongono l’ arcipelago delle Isole d’Oro, così chiamato a causa dei riflessi dorati della roccia che le compone. La seconda, Port-Cros, è un parco nazionale di appena 2,5 km² di superficie dove fare snorkeling è un must, mentre l’isola di Levante è occupata in gran parte dalla Marina militare francese (zona non visitabile) e il resto è riservato al turismo naturista.
Scorcio di PorquerollesChiesa di Porquerolles
Sarà che le piccole isole esercitano su di me un fascino irresistibile, ma sono certa che Porquerolles sappia incantare davvero chiunque: il piccolo villaggio portuale, unico centro abitato, conta solo 350 persone e si allarga intorno alla chiesetta sulla grande piazza in stile messicano dove tutti giocano alla tradizionale petanque, le bocce provenzali. Ci sono diversi locali e soprattutto i noleggiatori di biciclette, perché qui le auto non circolano: le bellezze nascoste e totalmente naturalistiche dell’isola si possono scoprire soltanto camminando o pedalando attraverso i suoi sette chilometri di lunghezza e tre di larghezza coperti da pini ed eucalipti, vigneti e frutteti. Che svelano, passo dopo passo, un susseguirsi di lunghe spiagge di sabbia bianca e acqua cristallina dall’atmosfera caraibica soprattutto nella parte settentrionale (celebri quella di Notre-Dame, recentemente insignita come spiaggia più bella d’Europa, e la Plage d’Argent, che per un gioco di luce naturale sembra brillare come un metallo prezioso), mentre a sud si schierano scenografiche falesie a picco sul mare. Uno scenario incredibile, che dai due punti panoramici – il Forte Sant’Agata e il Faro – risulta ancora più suggestivo.
Porquerolles spiaggiaPorquerollles campi di fioriPorquerolles bosco
Ma la grande novità è l’appena inaugurato polo d’arte moderna e contemporanea gestito dalla Fondazione Carmignac, dell’omonimo collezionista francese. Che, nonostante sia immersa nella foresta mediterranea, si trova a sette metri sotto il livello del mare, perché sull’isola, luogo protetto, non si può costruire ulteriormente. Per scendere nelle sue profondità devo togliermi le scarpe, obbligatorio per consentire un contatto ancora più profondo con la natura favorendo l’apertura all’arte. Dentro, alcune delle creazioni più rappresentative di artisti come Andy Warhol e Jean-Michel Basquiat, Roy Lichtenstein e Gerhard Richter, oltre a giovani emergenti, incentrate soprattutto sulla Pop Art americana e sulla pittura tedesca. Fuori un enorme parco con sculture moderne open air. Le esposizioni cambieranno periodicamente, alternandosi a eventi e manifestazioni culturali. E così la natura dell’isola diventa arte.
Fondazione CarmignacFondazione Carmignac installazione
Per ogni ulteriore informazione: www.hyeres-turismo.ithttps://it.france.fr/it

Dove dormire
A Hyères, il delizioso hotel Lido Beach è situato proprio in riva al mare con vista spettacolare sulle isole, offre un pugno di camere arredate con estremo gusto in stile marinaro con grande attenzione al dettaglio, ognuna diversa dall’altra, e propone una cucina di pesce freschissimo e imperdibili formaggi francesi; molto indicato per le famiglie e i gruppi è invece l’hotel Plein Sud, che  sembra galleggiare scenograficamente sull’acqua.

Dove mangiare
L’atmosfera è deliziosamente informale, e i piatti ottimi e abbondanti, a Le Petit Bain, direttamente sulla spiaggia di Hyères, dove dopo cena si accende anche una vivace movida, mentre si fa più intima e raccolta al suggestivo Pradeau Plage, sulla penisola di Giens, romanticamente affacciato sul mare; ma non perdetevi, sull’isola di Porquerolles, la degustazione dei tre vini – rosso, bianco e rosé – di produzione del vigneto Perzinsky, tipicamente locali e davvero squisiti.

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