Val d'Aosta, la favola bella

0
Share

di Grazia Garlando
I colori accesi dell’autunno valdostano risaltano sullo sfondo delle vette innevate del Monte Bianco, spruzzandole di verde e di bruno, di giallo e di ramato. Mentre nelle distese verde brillante delle vigne e dei boschi, i resti di maestosi castelli di pietra dominano paesaggi e silenzi che sanno d’immenso.
Se la Val d’Aosta in inverno si accende di atmosfere fiabesche, l’autunno non è certo da meno. Sarà per quelle casette con i balconi fioriti e i tetti spioventi di legno da cui ci si aspetta di veder uscire Hansel e Gretel o la Fata del Lago. Sarà per quegli imponenti “castelli primitivi” costruiti tra il X e l’XI secolo con una torre centrale di pietra a simboleggiare poteri forti, che però non hanno avuto ulteriore sviluppo a causa soprattutto delle loro posizioni impervie su crinali e speroni di roccia, dove ora si stagliano ancora solenni e solitari. O sarà per i duecentodiciassette alpeggi attivi dove pascolano le numerosissime mucche da latte che si incontrano a ogni passo, più o meno una ogni tre persone, che consentono di produrre i tanti formaggi tipici come la fontina, il fromadzo, la toma o il salignon (una sorta di ricotta aromatizzata con peperoncino ed erbe di montagna); quelli ad hoc sono fatti addirittura con latte di mucche esclusivamente di razza valdostana, e nutrite solo con foraggi locali. Fatto sta che in questa piccola regione che parla ancora tanto volentieri il patois (dialetto franco-provenzale tipico, di cui ogni villaggio ha la sua personale variante) pare sempre di trovarsi dentro a una favola. E per questo, tra salutari boccate di natura e una cucina gustosissima, non ci si può che rilassare alla grande.
val d'aosta 2val d'aosta 3
Magari beneficiando delle preziose acque termali di Saint-Vincent, la cui fonte fu scoperta nel lontano 1770 dall’abate Jean-Baptiste Perret, grazie alle sue conoscenze chimiche. Nel grande stabilimento a cui si sale con un’apposita funivia si possono sfruttare le loro proprietà decongestionanti o sottoporsi alle cure idropiniche, ma proprio da non perdere è il sabato sera immersi fino a notte fonda nella piscina esterna dell’elegante spa, val d'aosta 4con vista spettacolare sulla vallata e su una luna da cartolina. Basterebbe anche percorrere la passeggiata centrale del paese, che dalla grande chiesa romanica del XII secolo (che sovrasta la cripta preromanica) conduce fino al fiabesco edificio in stile Belle Epoque del leggendario Grand Hotel Billia, tra i negozietti tipici che vendono lardo, castagne e “tegole” -biscottini locali fatti con farina di nocciola- e costeggiano la vallata verde che ispira silenzio e tranquillità: c’è una bella atmosfera di pace tra le viuzze e le casette di pietra e legno, che fa venire voglia di respirarla profondamente per portarsela tutta a casa.
val d'aosta 5Così come nei tanti borghi circostanti, da Chambave a Challand-Saint-Anselme, da Challand Saint-Victor a Brusson, che si snodano tra gli itinerari verdissimi lungo i Rus d’Arlaz ed Herbal: percorrendoli a cavallo, in bicicletta o a passo di nordic walking (c’è anche una scuola italiana certificata che insegna tutti i segreti della camminata sana e veloce) per scoprire i canali d’irrigazione del XIV secolo tuttora in uso è facile imbattersi anche in qualche novello taglialegna, in una totale immersione nella natura tra boschi di conifere e alpeggi assolati.
Poi alla sera, seduti di fronte a un piatto di tradizionali motsetta, fonduta e pane nero, si assapora l’ennesimo, imprescindibile gusto genuino della Val d’Aosta. E alzando lo sguardo verso lo scintillio delle vette, sembra che perfino il Monte Bianco risplenda nel buio. Se tutto questo non è favola….
val d'aosta 6val d'aosta 7
Il consiglio per mangiare:
Passato e presente trovano l’incontro perfetto sia nei locali che nei piatti dell’incantevole ristorante Le Grenier di Saint-Vincent, un vecchio granaio che sfoggia tutta la sua anima rurale vestendola di eleganza e raffinatezza, e propone ricette della tradizione reinterpretate in chiave moderna; mentre nella calda atmosfera di un ambiente interamente in legname del 1400-1800, come le porte originali di stalle e fienili, l’hotel ristorante La Torretta di Maé offre tutto il meglio della cucina tipica valdostana, compreso il gelato prodotto con latte d’alpeggio e proposto in gusti insoliti come quello alla polenta e brossa, piatto tradizionale del territorio, ma anche al vin brulè, al sidro di mele, al fiordilatte e grappa.
Il consiglio per dormire:
Al delizioso Best Western Plus Hotel alla Posta di Saint-Vincent si dorme in camere confortevolissime, si mangiano squisiti dolci insoliti come la torta cocco e menta e lo strudel di zucchine, e ci si rilassa nella spa costruita sui resti delle antiche terme romane del I sec d.C.
val d'aosta 8
 
Per scoprire il territorio e vivere le esperienze più tipiche di questa zona, il cofanetto regalo Boite à terroir contiene tante proposte consistenti in cene e weekend, prodotti tipici e lezioni sportive, trattamenti wellness e idee culturali, da scegliere secondo le proprie preferenze.

Related Posts