Per mantenersi in forma o in buona salute, ma anche semplicemente per godersi i piaceri del palato: le esigenze alimentari sono ormai un must da rispettare anche in vacanza, per questo sono parecchi gli hotel che propongono menù specializzati, personalizzati o semplicemente idee di gusto per accontentare i più diversi desideri dei propri ospiti. Qualche esempio?
L’Hotel Lungomare di Cesenatico propone menù specializzati tenendo conto di necessità come quelle dei vegetariani, di chi soffre di celiachia o di altre allergie e intolleranze alimentari, e perfino degli sportivi con grande attenzione alla loro attività e relativo buffet post-allenamento particolarmente ricco di carboidrati. Ma non è tutto: anche i cani possono usufruire del servizio di preparazione dei pasti e, su richiesta dei padroni, addirittura accomodarsi a tavola con loro nella veranda chiusa o in altre apposite sale.
E poiché la necessità di molti è indubbiamente quella di mantenere il peso forma, cosa spesso non facile per chi soggiorna in albergo, il Romantik Hotel Post di Nova Levante (BZ) nel cuore delle Dolomiti, vicino al Lago di Carezza, propone la vacanza a zero calorie con un gustoso menu light, il Menu Wellnessda 501 kcal a base di centrifughe di verdure, primi piatti golosi ma leggeri e secondi a base di pesce o carne magra. Che abbinato a qualche ora di equitazione grazie al maneggio interno e all’allevamento di cavalle da cui viene prodotto il latte per l’esclusiva linea cosmetica “Cavallino Care” della sua Spa, può davvero salvare la forma fisica in tutta piacevolezza: fino al 4 novembre il pacchetto “Il Paradiso dei Cavalieri” propone escursioni a cavallo, lezioni private per principianti ed esperti alla scoperta e al perfezionamento della monta western e del reining, con la possibilità di portare in vacanza anche il puledro di proprietà, oltre a trattamenti benessere a base di latte di cavalla.
Del resto in estate si cerca di stare il più possibile all’aria aperta. Per questo il Continental Hotel di Cremona propone deliziose scampagnate gourmet sul fiume Po con un irresistibile cestino da picnic ricco di raffinate prelibatezze della cucina locale oppure vegetariano light, da consumare sull’erba in tutto relax sulle rive del fiume.
Sulla stessa scia, per sottolineare ancora di più il profumo genuino dei cari vecchi pranzi al sacco che tanto amavamo da bambini, il Green Park Resort di Tirrenia infila nel cestino anche inaspettati elementi per semplici giochi d’altri tempi: un gessetto per disegnare il tracciato della “campana”, dadi e cartellone per il gioco dell’oca, una bottiglia vuota da far roteare per far schioccare un bacio, sacchi di juta per saltellare sul prato, palla e birilli.
15 marzo 2019 – Prende il via oggi con la cucina ligure d’eccellenza la nuova collana di Mediavalue Edizioni TavoleDoc, una serie di guide regionali dedicate alla ristorazione di qualità attraverso ristoranti selezionati che propongono le loro specialità con una formula menu a prezzo fisso accessibile davvero a tutti. TavoleDoc Liguria 2019. L’anima e il gusto della Liguria(Mediavalue Edizioni, pagg.168, 10 euro) riunisce infatti, raccontandoli, trentadue ristoranti dell’intera regione dall’entroterra alla costa che, dal 15 marzo al 15 aprile e dall’1 al 31 ottobre, propongono menu completi dall’antipasto al dolce, compresi anche vino, bevande e caffè, con tre prezzi fissi a scelta: 35, 50 e 70 euro a persona, da gustare sia a pranzo che a cena (previa prenotazione), allo scopo di avvicinare sempre più persone alla cucina di qualità.
La guida è disponibile gratuitamente in tutti i ristoranti aderenti all’iniziativa e in numerosi hotel liguri, e in vendita sul sito ufficiale e sui canali di vendita di libri online. Il secondo volume, in uscita a fine ottobre, sarà dedicato alla Sicilia. Poi via via arriveranno tutti gli altri, in un prelibato itinerario gastronomico alla scoperta del gusto italiano. Quello vero.
Paeselli di pietra incastonati nelle valli verdi, tra vigneti terrazzati e meleti a perdita d’occhio, fino a vibranti cittadine a misura d’uomo. Basta mettere piede in Valtellina per respirare insieme aria pura e tranquillità, cortesia e benessere. E basta sedersi a tavola per completare il quadro delle preziose ricchezze di questa regione alpina che corre tra Italia e Svizzera, e che ha fatto della sua agricoltura di montagna una risorsa senza fine, dando vita anche al Distretto Agroalimentare di Qualità della Valtellina per valorizzare e promuovere tutti i prodotti, a marchio e non, simbolo della tradizione e della storia locali. Perché non approfittare del lungo ponte dell’Immacolata ormai alle soglie per dare ampia soddisfazione ai piaceri del palato in questa terra che sa farlo egregiamente, tra ristoranti e agriturismi, visite a bresaolifici e meleti, vigneti e caseifici?
Per riscaldarsi dai primi freddi che ormai si fanno sentire, niente di meglio degli irresistibili pizzoccheri, piatto della tradizione contadina e vero e proprio simbolo valtellinese, la cui cultura, diffusissima nella provincia di Sondrio, ne fa un vero e proprio riferimento popolare. L’antica ricetta delle caratteristiche tagliatelle grigio-marrone ottenute dall’impasto di farina di frumento e farina di grano saraceno, condite con patate e verze, coste o spinaci, e insaporite da burro e formaggio (rigorosamente Valtellina Casera) è preservata dall’Accademia del Pizzocchero di Teglio.
La Valtellina, si sa, vanta anche una secolare tradizione casearia: il Bitto dalle origini celtiche che nasce in estate sui pascoli d’alta quota, e il Valtellina Casera prodotto nei caseifici del fondovalle si fregiano della DOP, ma vanno rilevati anche lo Scimudin e altri formaggi lavorati secondo le tecniche di produzione storiche.
Il sapore inconfondibile della Bresaola della Valtellina IGP è dovuto all’aria fresca e asciutta proveniente dalle Alpi e alle particolari caratteristiche fisiche del sondriese, che insieme creano le condizioni ideali per la sua graduale stagionatura, oltre alla scelta dei tagli migliori del bovino adulto (in primis la punta d’anca), l’abilità nella rifilatura, il dosaggio degli aromi naturali utilizzati, le variazioni di temperatura e umidità. Da gustare anche al naturale, tagliata a fette molto sottili e accompagnata da pane di segale.
La tradizionale coltivazione delle mele, concentrata nel fondovalle tra Sondrio e Tirano e consistente in ben 300.000 quintali, produce frutti come le croccanti e aromatiche Red Delicious, le dolci e gialle Golden Delicious, la succosa ed estiva Gala; mentre il dolcissimo miele che profuma di fiori si traduce nel Millefiori di Montagna al sapore intenso del castagno, morbido dell’acacia e balsamico del tiglio, e nel delicato Millefiori di Alta Montagna con cristallizzazione fine e cremosa, ma il più pregiato è senza dubbio il miele monoflorale di rododendro, dolce e lievemente fruttato.
I vigneti terrazzati raccontano la storia millenaria del vino e coltivano le uve nebbiolo da cui nascono rossi corposi di gran gusto: il Valtellina Superiore DOCG, lo Sforzato DOCG -il vino da meditazione-, il Rosso di Valtellina DOC e la produzione IGT. Il Nebbiolo, localmente chiamato Chiavennasca, è la qualità prevalente del vitigno valtellinese, a cui si affiancano i minori Rossola, Pignola, Prugnola e molti altri.
E ancora, tutti i frutti tipici come mele, lamponi e mirtilli si trasformano in succhi o in ingredienti principe di grappe e liquori, per cui si ricorre alle erbe aromatiche d’alta montagna raccolte e immediatamente utilizzate per non disperderne gli aromi.
Tra i dolci, il più noto è la bisciola, variante del panettone con uva sultanina, noci, nocciole e fichi secchi, ma anche la tradizionale torta di grano saraceno e i biscottini di Prosto, fatti con farina, zucchero e tanto burro e originari della Valchiavenna, che chiudono in dolcezza il tipico pranzo montanaro.
E a questo punto, sarà decisamente una buona notte all’Hotel Posta **** e SPA di Sondrio, in pieno centro cittadino, dove nelle grandi e confortevolissime camere candide e nelle suite impreziosite da opere d’arte di noti autori, vi sentirete dei veri nobili ottocenteschi. E se volete provare a cimentarvi…
La ricetta tradizionale dei PIZZOCCHERI, pasta di farina di grano saraceno e altri sfarinati condita con patate, verdure e formaggio Ingredienti per 6 persone: 500g di pizzoccheri, 300g di patate, 250g di burro, 300g di verze, coste o spinaci, 500 g di formaggio semigrasso (Valtellina Casera DOP), 150g di formaggio da grattuggia, 2 spicchi d’aglio. Preparazione: in una pentola portare a bollore 1,5 litri di acqua salata; versarvi le patate tagliate a dadi e le verdure tagliate a piccoli pezzi. Dopo circa 5 minuti aggiungere i pizzoccheri e far cuocere per altri 12/15 minuti. Scolare con un mestolo la miscela di pizzoccheri e verdure, disponendola in una teglia a strati alternati con il formaggio semigrasso tagliato a fettine e il formaggio da grattugia. Preparare in un tegame il burro fuso e soffritto con aglio o salvia, versarlo sui pizzoccheri amalgamando il tutto accuratamente. Servire in piatti caldi pepando a piacere.
La ricetta tradizionale degli SCIATT, frittelle di grano saraceno ripiene di formaggio caldo (ma c’è anche la versione dolce con ripieno di cioccolato) Ingredienti per 4/6 persone: 300g di farina di grano saraceno, 100g di farina bianca 00, sale, un pizzico di bicarbonato di sodio, 1 bicchierino di grappa, acqua, 500g di latteria giovane tagliato a cubetti, olio di semi di arachide. Preparazione: impastare la farina di grano saraceno con la farina bianca e il bicarbonato utilizzando l’acqua fino a ottenere un composto abbastanza consistente. Lasciar riposare la pastella. Unire la grappa. Il formaggio deve essere intanto tagliato a dadini e tenuto in frigorifero. Far scaldare l’olio in una pentola capiente: quando inizia a friggere farvi scivolare un po’ di impasto contenente alcuni cubetti di formaggio, aiutandosi con un cucchiaio. Cuocerne pochi alla volta per evitare che si attacchino insieme. Lasciarli gonfiare e colorire, scolarli e servirli su un letto di cicoria condita.
La ricetta tradizionale dei TAROZ, purea di patate e fagiolini con formaggio e burro valtellinese. Ingredienti per 4 persone: 400g di patate, 300g di fagiolini, 200g di Valtellina Casera DOP, 150g di burro, 1 cipolla, sale e pepe. Preparazione: Far bollire in acqua le patate sbucciate con i fagiolini, lasciar cuocere bene, scolare e schiacciare il tutto con un cucchiaio di legno in modo da ricavarne quasi una purea. Salare e pepare. Aggiungere il burro precedentemente soffritto con la cipolla e il formaggio Valtellina Casera DOP. Altre ricette della tradizione su www.valtellina.it e sul ricettario “Assaporiamo la Valtellina“