3 maggio 2018 – Al via oggi, fino al 13 maggio, la quarta edizione di Barista & Farmer, talent show dedicato alla promozione e alla cultura del caffè di eccellenza, in cui dieci baristi da tutto il mondo vivranno per dieci giorni come i produttori dei paesi d’origine, lavorando sul campo e sfidandosi in gare a punteggio. Nelle piantagioni colombiane di Meta e di Huila – nei terreni confiscati dal governo ai produttori di cocaina e donati a quelli di caffè – lavoreranno sotto l’occhio delle telecamere (che trasmetteranno su www.baristafarmer.com) svegliandosi all’alba per raccogliere i chicchi come i veri picker e seguire poi tutte le fasi di lavorazione del prodotto, con l’utilizzo delle diverse tecnologie, fino all’esperienza della degustazione e alle varie opportunità di consumo. Ma frequenteranno anche l’Academy con lezioni teoriche e pratiche, apprendendo tecniche avanguardistiche e metodi alternativi come la fermentazione con lieviti o l’aromatizzazione con erbe, che li condurranno a creare per la prima volta una propria miscela personalizzata e a diventare veri e propri sommelier del caffè. Ideato dal pluripremiato campione italiano baristi Francesco Sanapo, in collaborazione con Italian Exhibition Group e Sigep – Salone Internazionale Gelateria Pasticceria e Panificazione artigianale,il coffee talent intende portare a conoscenza il duro lavoro che si nasconde dietro la tazzina, e l’impegno e dedizione dei contadini per la produzione di caffè di alta qualità, allo scopo di diffondere la cultura ormai riconosciuta a livello universale di quella che è la seconda bevanda più consumata nel globo dopo l’acqua.
[box] E mentre i talentuosi baristi studiano sul campo per conoscere sempre più da vicino la preziosa miscela, esce in Italia Manuale di conversazione sul caffè di Marzia Viotti (Trenta Editore, pagg 100, 12 euro), viaggio letterario nel mondo del caffè che parte proprio dai suoi luoghi di coltivazione e ne racconta storia ed evoluzioni, approfondendo a sua volta le dinamiche che regolano la torrefazione, la produzione, i consumi e l’importanza dell’aggiornamento per gli addetti ai lavori. Realizzato in collaborazione con Caffè Ottolina, il volume propone anche le ricette tipiche come quella del celebre Bicerin torinese, gira tra le storiche caffetterie d’Italia, illustra la preparazione della moka, elargisce consigli preziosi su aroma, consistenza e colore, raccontando tradizioni, mode e trasformazioni legate al consumo dell’ormai irrinunciabile compagno delle nostre giornate. [/box]
16 marzo 2015 – Il carcere di Ventotene e la tonnara di Favignana, i palazzi di Scampia e le miniere dismesse di Ingurtosu in Sardegna, i borghi medievali fantasma di Craco in Basilicata e Frattura in Abruzzo. Impianti industriali e minerari che non producono più, paesi abbandonati per terremoti o bradisismi, borghi agricoli spopolati dall’emigrazione. Li chiamano non luoghi, da un’espressione usata per primo dall’antropologo francese Marc Augé per indicare posti esistenti ma senza più una connotazione, e quindi diventati ingiustamente anonimi. Realtà alle quali il tempo ha cancellato l’identità perché è venuto meno il contesto sociale in cui sono nate, o la funzione per cui sono state progettate, nonostante spesso conservino ancora la loro splendida veste architettonica e artistica. In Italia ce ne sono davvero tante. E’ possibile restituire loro un’anima? E’ a questa domanda che si prefigge di rispondere “Speciale Crash – I luoghi e la Storia”, nuovo programma di Rai Cultura al via questa sera alle 22.45 su Rai Storia, dieci puntate condotte da Valeria Coiante alla scoperta dei luoghi italiani di lavoro, di divertimento o di culto, dismessi e abbandonati per cause naturali, incuria o chissà che altro. Luoghi storici dall’identità perduta. Ma ancora scritta indelebilmente nella cultura del nostro Paese.
Alimentazione, sport, psiche, wellness, fitness, spa, natura…quante parole sono racchiuse nel concetto di benessere? Quanti stili di vita, abitudini, mondi interiori? E quanti libri si scrivono continuamente per aiutare ciascuno a trovare la sua personale risposta? Ecco quelli che vi suggeriamo.
La bellezza è scienza e sentirsi belli è una questione di chimica: è questo il concetto espresso dal libro Frontiere della dermochimica(Ed. Aracne, pp. 120, € 18), nel quale le due autrici torinesi, nonché ovviamente chimiche, Daniela Gaudiello e Maria Paola Merlo, illustrano lo strettissimo legame tra cosmesi e neuroscienze. La pelle è infatti l’organo di confine tra il corpo e la mente, quindi è profondamente connessa alle nostre emozioni e riflette fortemente i segni della nostra interiorità, che si esternano, ad esempio, nella relazione tra stress e condizioni cutanee, nell’invecchiamento e nel techno-stress. E dunque il cosmetico non ha solo una mera funzione decorativa, bensì può contribuire efficacemente al nutrimento del corpo e dello spirito.
Per questo la dott.ssa Merlo ha anche fondato il brand Ambaduè, specializzato nella produzione di cosmetici green certificati di derivazione vegetale e biologica, come maschere, sieri e anche una linea per bambini. Si tratta quindi di cronocosmetici, adatti a un rituale di skincare che segue i ritmi circardiani della pelle in funzione dei diversi fattori che li regolano giorno e notte, come idratazione, traspirazione TEWL, flusso sanguigno, produzione di sebo, regolarizzazione della temperatura e Ph, tenendo conto delle sue esigenze in ogni momento della giornata.
Ogni parte del nostro corpo esprime un messaggio che aspetta solo di essere compreso: è questo il concetto su cui si basa Anatomia Emozionale(Uno Editori, pp. 189, € 13,90), guida alla psicologia corporea in cui l’autore Carlo Gervasi, esperto del trattamento fisico e della relazione tra le emozioni mente-corpo, oltre che naturopata e iridologo, ci conduce a indagare le scelte di vita che hanno inconsciamente condizionato lo sviluppo della nostra postura, e a individuare le chiavi di lettura per trasformare la nostra figura.
Attraverso contenuti e immagini, il volume fornisce il metodo per comprendere e osservare tanto il nostro corpo e i suoi disagi, quanto il nostro carattere, confermando che mente e corpo sono indissolubilmente collegati, e che il concetto mens sana in corpore sano è quanto di più corretto e veritiero si possa sostenere.
Una sorta di educazione alimentare incentrata sul tubo digerente e basata su una dieta bilanciata che non demonizza alcun alimento ma si limita a consigliare i giusti abbinamenti, separando correttamente quelli a digestione lenta e quelli a digestione veloce: la spiega il naturopata e osteopata francese Frank Laporte-Adamski nel suo nuovo libro La dieta Adamski(Ed. Vallardi, pp. 176, € 14.90), che promuove un metodo alimentare finalizzato a trattare nel modo migliore il «secondo cervello», vale a dire il nostro intestino, da cui dipendono non solo la digestione, ma anche il 70% delle funzioni del nostro sistema immunitario.
Il Metodo Adamski parte infatti dal presupposto che i residui alimentari che si depositano sulle pareti del tubo digerente possono irritarlo e intasarlo, rendendo il corpo più pesante ed esposto a mal di schiena, emicrania, insonnia e problemi circolatori. Un corretto abbinamento degli alimenti favorisce una digestione naturale, eliminando automaticamente ogni altro disturbo. E se qualche volta capita di sgarrare, si può rimediare assumendo dopo il pasto il Lubrilax, lubrificante alimentare vegetale composto prevalentemente da olio extra vergine di oliva e poi da oli essenziali di finocchio, anice verde e cumino, con capsula vegetale a base di amido di mais, in grado di facilitare la discesa dei cibi nell’intestino e quindi la conseguente digestione; si acquista on line sul sito e presso i centri dove viene divulgata la dieta Adamski.
Cosa c’è di più esaltante e appagante che esplorare il mondo semplicemente con le proprie gambe? E’ la proposta di Sara Baxter, che nel suo ultimo libro Storia del mondo in 500 camminate(Ed. Rizzoli, pp. 400, 29,00 €) suggerisce cinquecento itinerari in tutto il globo, alla scoperta di percorsi storici di epoche diverse. Si parte dai sentieri dalla preistoria, quando l’uomo iniziava le sue incursioni nel mondo, per proseguire con quelli delle prime grandi civiltà, continuare con le celebri vie di pellegrinaggio medievali, rotte commerciali e viaggi dei grandi esploratori, per approdare infine all’epoca moderna, con la nascita di una vera e propria cultura del turismo.
Il libro propone itinerari che spaziano dal Circolo polare artico alla Grande Muraglia cinese, dalla Via Francigena al Gran Canyon, dalle alture dell’Himalaya al sentiero dell’argento del Messico, con lunghezza e difficoltà variabili che possono durare da qualche ora a intere giornate, fino addirittura a settimane. Basta scegliere. E mettersi in cammino.
Un curioso viaggio nel tempo alla scoperta delle terme italiane, partendo da quelle storiche di Caracalla per andare a conoscere tutte le più nuove e rinomate. E’ il libro di Annunziata Berrino Andar per Terme(Ed. Il Mulino, pp. 151, 12 euro), che snodandosi sul filo conduttore dell’acqua, le lega tutte tra loro in un susseguirsi di storia e cultura, salute e benessere. Quell’acqua, infatti, che non solo ha scritto la lunghissima tradizione del soggiorno termale nella nostra penisola alla ricerca del wellness psicofisico, ma detiene anche il profondo significato delle fonti, meta sempre attuale dei pellegrinaggi di cura e fenomeni di culto legati a figure sante o divine.
Così, tra sorgenti e stabilimenti, grotte e piscine, fanghi e creme, l’immaginario delle terme, intessuto di sacro e di profano, si svela pagina dopo pagina. Lasciando addosso il desiderio irresistibile di sperimentarle al più presto.