Il gelato dell’estate 2014 ha il gusto dolce della ricotta con noci e miele. Ma anche quello più insolito di finocchio e mela verde, rapa rossa e melograno, zucca e mango, riso e zafferano, noce con olio di lino. Il sorbetto è di timo e origano, e la granita di albicocca e rosmarino, pesca e zenzero, caffè e latte di mandorla. Soprattutto, è realizzato in maniera assolutamente artigianale, con alimenti naturali e ingredienti certificati, e perfino servito con coppette e cucchiaini biodegradabili.
E’ questa la tendenza rilevata dall’Osservatorio SIGEP(il Salone Internazionale della Gelateria, Pasticceria e Panificazione artigianale, a Rimini Fiera dal 17 al 21 gennaio 2015), che è anche tra gli organizzatori del Gelato World Tour, golosa kermesse mondiale itinerante che si prefigge di diffondere la cultura del gelato artigianale; penultima tappa in agosto a Berlino, e finale a Rimini dal 5 al 7 settembre.
19 novembre 2018 – Avete presente quei giorni in cui lavorare è la cosa più piacevole che vi possa capitare? Ecco, per me ieri è stato proprio uno di questi. Perché l’ho trascorso interamente a deliziarmi con pizze decisamente originali e gustose.
Il motivo? Sono stata invitata a far parte della giuria del Premio Pizza Chef Emergente d’Italia 2019, selezione Nord, nell’ambito del Festival della Gastronomia che ha tenuto banco per l’intero weekend al Megawatt Court di Milano, dove si concluderà questa sera, e che ha visto svolgersi parallelamente anche il Premio Chef Emergente d’Italia 2019, selezione Nord. Il che significa che ho dovuto assaggiare una quantità di proposte fantasiose e decisamente appetitose create da giovani pizzaioli talentuosi provenienti da tutto il Nord Italia, che per due giorni si sono sfidati a colpi di impasti e pizze gourmet. La pizza, si sa, è una delle tradizioni più intoccabili del nostro Paese; e forse per questo a salire immediatamente sul podio è stato Tommaso Correale, della Pizzeria Vesuvia di Bologna, con la sua tradizionalissima pizza con mozzarella di bufala campana dop e pomodorino del piennolo. Ma anche Lorenzo Sirabella di Dry Milano Solferino, con la sua strepitosa pizza “cassuola” dal sapore tutto lombardo con verza, luganica, cipolla, fiordilatte e riduzione di vino (lo ammetto, la mia preferita!), e Giuseppe Monaco della pizzeria O Fiore mio di Faenza (RA), che ha creativamente sposato un insieme di sapori come fiordilatte, spinacino, gorgonzola di capra, zucca, cavolo nero e rapa rossa. Anche gli altri partecipanti, però, si sono sapientemente destreggiati, mettendo in campo ingredienti come la polenta, le patate viola, il lardo, la salsa tonnata e perfino il roast beef, in un’esplosione di creatività davvero sorprendente. Segno che la pizza sta vivendo una stagione felice ed entusiasmante, da vivere e gustare con allegria e fantasia. I tre vincitori parteciperanno alla finalissima di Roma prevista per l’autunno 2019, dove gareggeranno con gli altrettanti trionfatori delle selezioni del centro e del sud Italia: uno solo si aggiudicherà il titolo di PizzaChef Emergente d’Italia 2019. Non resta che attendere.
Si chiama EatWith la novità israeliana che consente ai visitatori di vivere l’accoglienza all’interno delle case locali, scegliendo di cenare in ogni parte del Paese e in differenti ambienti. Dal loft modaiolo a sud di Tel Aviv alle antiche case in pietra di Gerusalemme, fino alle abitazioni rurali collocate nei Kibbutz, si può spaziare dai piatti tradizionali ortodossi ai picnic asado-style argentini, dalle pietanze gourmet di chef di fama internazionale alle feste ungheresi sullo sfondo delle antiche rovine romane di Cesarea, con anche la possibilità di visitare le aziende agricole e i corsi d’acqua del Paese, dove i prodotti locali sono coltivati e pescati.
Ogni casa o struttura viene accuratamente selezionata in base alla storia personale, ai servizi che offre, agli spazi di intrattenimento e alla qualità del cibo; i proprietari possono ospitare da due a venti persone, a seconda dello spazio e delle condizioni meteorologiche, e il costo varia da 100NIS a 300NIS per ospite, a seconda del prezzo delle materie prime, dell’esperienza culinaria del padrone di casa e del tipo di esperienza proposta.