Avete voglia di un aperitivo rinfrescante nel vero senso della parola? Che si trasformi anche in un’esperienza davvero cool? Nel centro di Milano, basta varcare la soglia del gelido I BAR Cubetto per ritrovarsi a sorseggiare cocktail alcolici e analcolici a temperature sotto zero, che scendono fino a -10 gradi. Un piccolissimo mondo di ghiaccio, dove non si entra prima di aver indossato l’apposita mantellina termica con cappuccio di pelo, e dove tutto ha la linda e lucida trasparenza dell’acqua solida: pareti, bancone del bar, arredi, poltroncine e bicchieri. Il tempo di permanenza, così come il coraggio di accomodarsi a bere in tutta calma, sta solo alla resistenza personale. Ma appena usciti è possibile rifocillarsi con una cioccolata calda o con un happy hour dotato di ricco buffet nel bar Al Panino, situato proprio di fronte. Tutto incluso nel prezzo. Il bar di ghiaccio era già stato allestito a EXPO Milano 2015 per l’intera durata dell’evento, da maggio a ottobre, dove, complice l’estate bollente, aveva già ottenuto un grande consenso. Ora resterà nel cuore di Milano fino al 30 aprile. Poi i ghiacci decideranno se sciogliersi o no… I BAR Cubetto Via San Paolo ang via Agnello (Piazzetta Liberty), Milano Aperto da lunedì a mercoledì dalle 12.00 alle 21.00, e da giovedì a domenica dalle 12.00 alle 23.00 www.arossogroup.com
28 febbraio 2011 – Era il lontano 1564 quando gli spagnoli portarono in Perù i primi tralci di vite, ritenendo il clima del Paese l’ideale per la coltivazione, soprattutto nella zona di Ica e a Pisco, oggi regione viticola per eccellenza a sud di Lima. Ed è proprio qui che è nata l’acquavite, diventata in poco tempo la bevanda nazionale peruviana, il “pisco” appunto, esportato in tutto il mondo e prodotto da ben 500 viticoltori presenti soprattutto nei dipartimenti di Lima, Ica, Arequipa e Moquegua.
La tecnica di estrazione, di raccolta dell’uva e il processo di fermentazione si tramanda da generazioni: si lascia depositare il succo d’uva nei vasi di fango per 14 giorni, e quando il mosto comincia a fermentare gli zuccheri si trasformano in alcol, il mosto viene trasferito in distillatori e ad una temperatura elevata avviene la distillazione. Dopo un riposo di quattro mesi si imbottigliata e si etichetta. E sono cinque i tipi di Pisco, distinguibili in base al sapore: il Pisco Puro, l’Aromatico, l’Acholado, il Mosto Verde e l’Aromatizzato. Ma anche il vino sta acquistando importanza, tanto che molte cantine di pisco si stanno attrezzando per poterne realizzare di qualità.
Cresce così anche l’interesse dal punto di vista turistico: esistono itinerari alla scoperta delle aree di produzione dell’uva, con visite alle botteghe vitivinicole che “creano” deliziosi pisco e vini eccellenti con un processo ancora artigianale. La Ruta del Pisco si sviluppa lungo il litorale peruviano, da Cañete fino alla zona arenosa di Tacna, passando per Arequipa e le fertili valli di Moquegua, e conduce alla scoperta di antiche botteghe coloniali tra le migliori riserve vitivinicole artigianali del Paese.
Il circuito inizia ad Ica, regione con circa 300 produttori di pisco e oltre 100 botteghe. Poco più a sud si incontra Pisco, che ha dato origine al nome del liquore e dove quindi si può conoscere la storia della produzione della bevanda. Ad Arequipa si visitano la hacienda “El Abuelo” e le botteghe “El Fundador”, dove viene prodotto il pisco “Postigo” con denominazione di origine, e “La Gamio”; immancabile anche una sosta alla bottega “El Chañal” per ammirarne la splendida architettura, malgrado non sia più in funzione. Infine, nella Valle di Moquegua, le botteghe “Biondi”, “Salas”, “Zapata” e “Villegas”.
Nei primi giorni di marzo ha anche luogo il Festival Internazionale della Vendemmia, durante il quale la città di Ica si riempie di allegria con musica e balli, concorsi di musica creola, lotta di galli, mostre di cavalli da passo e un colorito corteo di carri allegorici con ragazze che gettano grappoli d’uva al pubblico.
Ogni anno, il primo sabato di febbraio viene anche celebrata la Giornata del Pisco Sour, cocktail a base di pisco che si ottiene frullando il liquore con succo di lime, zucchero liquido, bianco d’uovo e ghiaccio tritato, e si guarnisce con cannella e gocce di angostura. www.peru.info/it/
Lungo la costa della Svezia Occidentale si trovano i migliori crostacei e molluschi del Paese. L’aragosta è un grande successo in autunno, mentre gamberi, cozze e gamberetti si trovano tutto l’anno. L’ostrica comune, Ostrea edulis, che nel Mediterraneo ormai c’è solo in forma coltivata, qui è ancora presente in banchi naturali e, come gli altri frutti di mare, è un tripudio di sapore grazie alla lunga maturazione che avviene in acque fredde. Astice. Il primo lunedì dopo il 20 settembre lungo la costa occidentale inizia la pesca all’astice. Sono numerose le aziende che propongono i safari in cui si partecipa alla vera e propria pesca gustandolo poi a cena, e molti anche i ristoranti gourmet di Göteborg che servono diversi menù a base di astice. Ostriche. Da Grebbestad proviene circa il 90 % delle ostriche svedesi, ed è qui che si trova l’Accademia dell’Ostrica (www.ostronakademien.se) che si adopera per un corretto sfruttamento e per la salvaguardia della specie più diffusa da queste parti, l’Ostrea edulis. I safari all’ostrica prevedono che le si peschi, le si apra e le si assaggi. Karingo Oysterbar (www.karingo.com), sull’isola di Käringön, ha un proprio allevamento, dove si gustano freschissime accompagnate da un’ottima selezione di champagne. Intorno a Kosterhavet, il primo parco nazionale marino svedese, chi ha il patentino da sub può specializzarsi imparando a immergersi per la pesca (www.klemmingsdykhjalp.se). Gamberi. Il safari al gambero è un’attività molto popolare in Svezia, praticabile tutto l’anno. Si va al largo e si tirano su le nasse colme di gamberi, poi li si cucina su uno scoglio o in un casotto. Gamberetti. I più famosi si pescano appena fuori dal noto paesino Smögen, dove ad esempio si possono acquistare cucinati sempre freschi al negozio Göstas Fisk. Nel fiordo di Gullmar, presso Lysekil, diverse offerte di gite con la tradizionale barca per la pesca del gamberetto; pacchetti con cena e pernottamento proposti da tre alberghi intorno al fiordo. (www.westsweden.com). Cozze. Pescare cozze è diventata un’attività molto diffusa sia tra pescatori professionisti che tra privati. Basta raggiungere l’isola di Käringön per partecipare a un’escursione mirata che ne prevede la pesca attraccati in qualche tranquilla insenatura, e poi al rientro preparazione e degustazione direttamente sul molo (www.westsweden.com). Foto Rickard Granander, Jennie Lund, Frank Heuer