Si dice che i prodotti e i piatti tipici di un territorio, qualunque esso sia, debbano essere degustati esclusivamente in loco. Dove le materie prime genuine e l’abilità culinaria tramandata da generazioni ne restituiscono tutto il gusto pieno e autentico. E in effetti, in linea di massima, sarebbe così.
Eppure qualche volta capita di imbattersi in qualche sorprendente eccezione. Come quella in cui mi sono imbattuta io non appena varcata la soglia di Il Pugliese Charlie Brown. Vale a dire, un angolo di Salento a Milano che più Salento di così non si può.
Tanto per cominciare, pare di ritrovarsi all’interno di una tradizionale masseria della campagna pugliese, nella caratteristica pietra leccese. Sotto un suggestivo pergolato affollato di grappoli d’uva e pumi, i tipici manufatti locali a forma di pigna. E tavoli in legno apparecchiati con tovaglie a quadretti bianchi e marroni, bicchieri in vetro spesso e brocche di ceramica, sia nella sala interna che nel luminosissimo dehors a vetrate che si aprono o chiudono a seconda della stagione. Risuonando, in serate particolari, anche del ritmo forsennato della pizzica e della taranta eseguite live.
Ma è quando mi sono accomodata, assaporando un freschissimo Primitivo Rosè per dare il via alle danze, che il Salento è letteralmente esploso in tavola. Attraverso una sontuosa discesa in campo di piatti tipici decisamente irresistibili, con ricette casalinghe dell’antica tradizione dagli antipasti ai dolci. Compresa una scelta di pizze ricche, naturalmente, di tutti i sapori del territorio.
Più che un menù, il racconto di un territorio
Lo dico subito: varrebbe la pena andarci anche soltanto per le bombette con i broccoli e le braciole al sugo, che sono decisamente super. E fanno l’occhiolino dalla Braceria della pizzica salentina, una griglia a vista che si staglia dietro un appetitoso bancone di carni che aspettano solo di essere cucinate.
Ma sarebbe comunque un vero peccato limitarsi a quelle, perché qui ogni portata rappresenta l’autentico racconto di un territorio ricco di profumi e sapori davvero irresistibili.
E quindi non si può che iniziare il lauto pasto con il Pizzulisciemù. Vale a dire, un insieme di antipastini come pittule, polpettine al sugo, e scurtigghiata di favette, cicoria e pancotto fritto. Per proseguire, ovviamente, con le paste più tipiche, dalle immancabili orecchiette alle cime di rapa con acciughe e caciocavallo, alla Tiella con riso, patate e cozze, qui scomposta in monoporzione gratinata al forno.
Senza rinunciare agli irresistibili formaggi locali, ai dolcissimi pasticciotti alla crema, alle friselle, alle bruschette e al cous cous salentino. Ai vini pugliesi bianchi, rossi e rosati, e ai liquorini alle erbe del territorio. Tanto per pescare a caso nel ricchissimo menù proposto, s’intende.
Ma non solo. La Puglia sparge i suoi saporiti ingredienti anche su un’appetitosa selezione di pizze, come la Puccia barocco leccese con caponata, capperi, olive e Burrata d’Andria, e la Casereccia con fior di latte, stracciatella, caponata di melanzane e sfilacci di bresaola. Mentre la novità assoluta sono i Roll in Pizza, golosissime rotelline di pasta di pizza farcite con ingredienti vari, fritte e asciugate in forno.
Da Milano a Gallipoli, il sapore del Salento
Un applauso davvero meritato, quindi, al patron Antonio Moscara, salentino doc, che ha recentemente riconsacrato queste mura ai sapori genuini della campagna leccese. Gemellandole così con quelle dell’Osteria Casa Noscia, che ha aperto sei anni fa nei vicoli della Gallipoli Vecchia.
Sì, perché ci si può trovare in Puglia anche a Milano. Basta puntare il dito a caso sul menù e ordinare. E a quel punto, mancherà soltanto il rumore del mare…
Il Pugliese CHARLIE BROWN
Via Spartaco 37 ang. Via Cadore, 20135 Milano
Aperto tutti i giorni dalle 12.00 alle 15.00 e dalle 19.00 alle 00.00
Sì, perché nel corso dell’estate verrà lanciato nientemeno che il Tortellino nero Hollywood, prodotto a mano con un impasto a base di carbone vegetale e cinque tipi di carne brasata in un drappo di seta dorata: una creazione di Nadia Pasquali, titolare del ristorante 
Sì, perché questa polvere magica è nientemeno che polvere di vinaccia, ottenuta dalla lavorazione degli scarti della vendemmia attraverso un delicato processo di essiccazione a bassa temperatura, per preservare intatte tutte le sostanze nutritive presenti nella buccia dell’uva, particolarmente in quella scura, come fibre, proteine e sali minerali.
vigneti nel nome della viticultura biologica certificata e della sostenibilità, grazie anche alla presenza di ottanta oche che collaborano alla produzione riducendo l’impatto ambientale. Nonché nell’innovazione, sperimentazione, sostenibilità e recycling. Dove ho avuto il piacere di deliziarmi con questa cena sorprendente fatta di ricette di gran gusto e annaffiata dai superbi vini aziendali, nel nome di una polvere magica che celebra sapori, colori e profumi dei prodigi d’autunno.