C’è un pezzetto di Sicilia di cui, turisticamente, si parla poco. Ed è un vero peccato. Perché di ricchezze ne ha da vendere: mare e natura, storia e cultura, borghi gioiello e terme naturali. È quello che si trova all’estremità nordoccidentale dell’isola intorno alla provincia di Trapani, noto anche come la Terra degli Elimi dal nome dell’antichissimo popolo di origine italica che la abitava. E che, secondo l’ipotesi più accreditata, avrebbe dato origine al popolo dei Siculi.
Trapani, il capoluogo
Cuore di questo territorio è dunque Trapani, con il suo centro storico barocco denominato La Loggia, ricco di chiese ed edifici nobiliari e dominato dal magnifico Palazzo Senatorio, attuale sede del Comune, accanto alla Cattedrale di San Lorenzo. Mentre poco più in là troneggia la Porta Oscura, unica tra le quattro porte difensive della città sopravvissute al tempo, con integrata la Torre dell’Orologio, antichissimo orologio astronomico ancora in funzione.
La storica Piazza del Mercato del Pesce con la statua della Dea Afrodite, dove ogni mattina i pescatori vendono i prodotti freschi del loro lavoro, dà accesso alle secolari Mura di Tramontana che culminano alla Torre di Ligny, antica torre costiera di avvistamento e difesa, nonché uno dei simboli cittadini. Mentre gli scorci sul mare che si aprono ovunque conducono al lungomare cittadino Dante Alighieri, che costeggia l’ampia spiaggia di San Giuliano con sabbia finissima fino alla deliziosa e più appartata Baia dei Mulini.
Tra borghi e spiagge
Assolutamente obbligatorio, da Trapani, salire, in auto o con la funicolare panoramica, all’incantevole borgo medievale di Erice, un dedalo di stradine e case in pietra dominato dal Castello di Venere, di epoca normanna, edificato sui resti di un tempio dedicato alla dea a picco sul mare. Strepitoso l’affaccio degli adiacenti Giardini del Balio sulle saline di Trapani e sulle isole Egadi, così vicine che sembra quasi di toccarle semplicemente allungando una mano. Oltre che sull’ottocentesca Torretta Pepoli in posizione panoramica.
Ed è impossibile lasciare il borgo senza una sosta all’antica pasticceria di Maria Grammatico, una dolcissima signora ultraottantenne che, grazie a questo lavoro imparato da bambina dalle monache, continua ancora oggi a sfornare le sue irresistibili Genovesi, dolcetti farciti con crema di latte da gustare caldi, oltre, naturalmente, a tutti i dolci siciliani più tradizionali.
L’altro borgo da non perdere, spostandosi sul mare all’estremità più settentrionale del territorio, è quello di Scopello. È la porta d’accesso alla splendida Riserva Naturale dello Zingaro, sette chilometri di costa in piena natura che si estendono fino alla nota località balneare di San Vito Lo Capo. Tutta da esplorare via mare o via terra attraverso il lungo sentiero naturalistico che la percorre interamente, aprendosi in suggestive baie e calette di sabbia, ciottoli e scogli bagnati da un mare che raccoglie tutte le sfumature del verde e del turchese offerte dalla tavolozza della natura (potete muovervi liberamente alla scoperta degli angoli più nascosti noleggiando una barca o un gommone a motore, con o senza skipper, da Marina Yachting Sicily, che organizza anche escursioni guidate e tour giornalieri).
I monumentali faraglioni calcarei di Scopello e le strutture dell’antica tonnara rimandano a una visita anche al pittoresco borgo omonimo, sovrastato dalla storica Torre di avvistamento: la grande fontana rettangolare dove sgorga acqua sorgiva immette nel minuscolo centro abitato, nato dall’ampliamento di un antico baglio settecentesco, le tradizionali costruzioni rurali contadine dell’antica Sicilia feudale con ampie corti e cortili. Ed è invaso dal profumo della più tipica specialità locale, il delizioso pane cunzato (che significa “condito”, vedi box).
Procedendo in direzione opposta lungo la costa si raggiunge Castellammare del Golfo, altra caratteristica località balneare della zona che si snoda tra i vicoli del centro con la Chiesa Madre – la Matrici, come viene chiamata – dai colori solari, e il pittoresco porto turistico adiacente al castello Arabo Normanno affacciato sul golfo omonimo. La sua ampia spiaggia sabbiosa la rende una meta estiva molto frequentata, anche per la sua vibrante vivacità e la quantità di locali di divertimento che la affollano.
Caratteristica di Castellammare sono le numerose fontane tratte da antichi abbeveratoi, in quanto l’acqua arriva direttamente dal sovrastante Monte Inici, affollato di grotte di formazione carsica ricche di stalattiti e stalagmiti. Per questo è interessante anche avventurarsi sui percorsi montani percorribili a piedi o in e-bike, dove è possibile attingerla direttamente dalle sorgenti.
Dalle terme naturali ai siti storico-archeologici
Ma qui, dove passa anche la Trasversale Sicula, antico cammino che attraversa tutta l’isola, la vera chicca è un bagno salutare nelle caldissime (sgorgano a 47°) acque sulfuree delle vicinissime Polle del Crimiso, suggestive terme naturali a cielo aperto in piena campagna che emergono dalle sorgenti del sottosuolo, alle cui vasche naturali e grotte si può accedere liberamente. Raggiungibili attraverso un percorso a piedi tra margherite e piante commestibili di finocchietto e di sulla, utilizzatissime nella cucina locale, sprofondano in una cornice di oleandri, fichi d’india e canneti fluviali che decorano le scenografiche pareti di roccia.
Da lì, costeggiando vallate verde smeraldo puntellate di uliveti, vigneti di Catarratto (il vitigno tipico locale) e campi di fave che abbracciano il maestoso Sasso di Polifemo – enorme roccione isolato che la leggenda indica come un sasso entrato nella scarpa dell’epico ciclope e da lui gettato in terra dove si è saldamente conficcato – si può salire fino al Parco Archeologico di Segesta. Immerso in un paesaggio collinare con vista che lascia davvero senza fiato, sfoggia il monumentale tempio greco rimasto incompiuto, il teatro che in estate ospita un cartellone di spettacoli artistici con rappresentazioni anche all’alba e osservazioni astronomiche notturne, e l’acropoli con le rovine dell’antica agorà, di una moschea musulmana, di un castello e di una chiesa. E chissà quanti altri tesori artistici e architettonici custodisce ancora quel prezioso sottosuolo…
La storia, questa volta quella molto più recente dell’Unità d’Italia, è la protagonista anche della cittadina madre di Calatafimi (il suo nome completo è infatti Calatafimi-Segesta), celebre per la battaglia del 15 maggio 1860 con cui Giuseppe Garibaldi, vincendola, diede inizio al cammino della spedizione dei Mille verso l’unità nazionale. Caratterizzata dal suggestivo Itinerario dei Vicoli, un tortuoso dedalo di saliscendi, scalinate, archi e cortili distinti da precise tematiche (i proverbi, le farfalle, gli antichi mestieri, le poesie, le acquasantiere, le feste religiose e via dicendo) che merita sicuramente un giro approfondito, dai ruderi del Castello di Eufemio sulla sommità del promontorio, e dalla Chiesa Madrice, la cittadina resta nota soprattutto per gli eventi garibaldini, grazie anche alla presenza della casa che ospitò il condottiero in quei giorni, ora casa-museo su due piani a lui dedicato.
Sovrasta l’abitato il grande pianoro di campagna che fu teatro del combattimento, su cui si affaccia il monumentale sacrario di Pianto Romano, luogo di memoria dedicato ai caduti della battaglia che ne ospita ancora i resti, oltre a tanti cimeli ad essa legati (gestito dall’Associazione Segesta nel sogno). Ed emoziona guardarsi intorno e pensare che in fondo la vera storia d’Italia è cominciata proprio qui.
Le tre tipicità da non perdere della provincia di Trapani:
Il pane cunzato: panino con alici, pomodori, formaggio primo sale, olio e origano, da mangiare caldo.
Le cassatelle: dolcetti fritti ripieni di ricotta di pecora e gocce di cioccolato, originari di Calatafimi.
Le busiate con pesto alla trapanese: tipica pasta siciliana condita con un pesto di pomodori secchi, mandorle tostate, aglio, basilico e peperoncino.
Dove fermarsi:
Vi sentirete a casa all’accoglientissimo Hotel La Piazzetta, in posizione centralissima a Castellammare del Golfo, con camere spaziose e la possibilità di servirsi autonomamente e gratuitamente bevande calde h 24.
La grande, e abbondantissima, cucina siciliana è all’agriturismo Montagna Grande di Salemi, mentre la Trattoria del Corso a Trapani propone piatti di pesce sempre fresco di giornata, e il ristorante Al Capolinea di Calatafimi-Segesta offre ricette mediterranee nel fascino della vecchia stazione ferroviaria dismessa. Ma si possono anche acquistare prodotti della terra e tanti derivati dalla loro lavorazione, come conserve, condimenti, marmellate, pasta e vini, nelle aziende agricole biologiche Orto di Mimì, Tentazioni di Sicilia, Calavetta Anna (329.8140987), quest’ultima particolarmente specializzata nella produzione di fragole dolcissime con cui realizza anche un ottimo rosolio, marmellata e dolcetti vari.
Trovate tante altre info sul sito di Network Turistico per Segesta, che offre pacchetti turistici esperienziali nella Sicilia Occidentale in collaborazione con i suoi partner:
- Peonia srl – società di servizi in Calatafimi-Segesta
- Accardo Paola – azienda agricola in Calatafimi-Segesta
- Calavetta Anna Maria – azienda agricola in Calatafimi-Segesta
- Sicilbudella – produttore agroalimentare in Calatafimi-Segesta
- Marina Yatching di Motisi Giuseppe – servizi turistici di noleggio barche ed escursioni a Castellammare del Golfo
- Al Caicco di Lo Pinto Anna Caterina – servizi turistici a Pantelleria