Dal Churrasco al Sushi Samba, in un sorprendente percorso gastronomico giappo-brasiliano di carne e pesce, sapori e colori, ingredienti e accostamenti. Dove portata dopo portata, ci si accorge che le affinità tra le due cucine, apparentemente lontanissime, sono in realtà molto più reali di quanto possa sembrare.
Accade tutto in una cena al già noto ristorante Berimbau, decennale churrascaria milanese che ha deciso fosse ora di vestire di nuovo ambienti e menù. E per farlo, oltre a dipingersi di verde, azzurro e giallo per richiamare la foresta amazzonica, il mare caraibico e il sole universale, ha messo in campo un’idea tanto bizzarra quanto decisamente indovinata.
Niente paura: il Churrasco – tradizionale pasto brasiliano a base di carni cotte allo spiedo con contorni tipici come batata, pao de queijo, arroz, feijoada, mandioca e platano, con carni scelte tra i pezzi più pregiati servite su uno spiedo portato direttamente in tavola – c’è ancora. Ma prima del suo arrivo, sulle tavole illuminate da una lampada sospesa che riprende la forma del berimbau, tradizionale strumento musicale carioca, si susseguono per la prima volta una serie di nuovi e raffinati sushi interpretati proprio come in Brasile, dove vive la più numerosa comunità nipponica mondiale.
Una sfilata di arditi accostamenti tra sapori freschi e piccanti, in cui scampi e gamberi, salmoni e branzini, tonni e ricciole incontrano la freschezza dei frutti esotici, in piatti dal colorato look latino-americano che conducono via via fino allo spiedo brasiliano in maniera incredibilmente consequenziale. Per trionfare, alla fine, nei dolci del giovanissimo Chef Pasticcere Nicolò Moschella, anche questi rigorosamente ai sapori tipici come la bavarese al mojito oppure al cocco con mango e maracuja.
Il tutto, ovviamente, innaffiato da Caipirinha, tradizionale drink carioca a base di lime, zucchero di canna e Cachaca. Ma senza rinunciare a una fornitissima carta dei vini. Insomma, una vera e propria food experience, assolutamente da provare. BERIMBAU
Via Marghera 43, 20149 Milano
Aperto da lunedì a domenica pranzo e cena, escluso lunedì a pranzo www.berimba.it
In cucina, al bar e in Spa: si chiama Vodka Experience la nuova idea del prestigioso Grand Hotel Europe di San Pietroburgo, della catena Orient-Express, che propone agli ospiti un curioso viaggio sensoriale a base del celebre distillato russo, da vivere tutto in prima persona.
L’esperienza ha inizio al ristorante dell’hotel, alla scoperta delle specialità russe meglio esaltate dai differenti tipi di vodka: un’entusiasmante avventura culinaria tra caviale Beluga di Astrakhan con vodka Beluga, salmone marinato con vodka Tsarskaya Gold, fragole spolverate di zucchero a velo con vodka Grey Goose.
Poi è la volta di saggiare le proprie abilità di barman, cimentandosi nella realizzazione di celebri cocktail che ne fanno l’ingrediente principe, come il Wake Up Call, che miscela ginger, miele, limone e vodka Russian Standard Platinum, Dirty Martini, Bloody Mary, Moscow Mule e White Russian.
Gran finale con due trattamenti spa a base di vodka: Welcome to Russia, scrub preparato al momento da esperti terapisti con una miscela di vodka premium, limone e caviale, e Vodka Massage con impacco di vodka ai piedi e massaggio corpo con miscela di vodka e olio di betulla artica.
Per tutto il tempo, al nuovo Lobby Bar dell’Hotel è possibile degustare oltre 22 tipi di vodka, incluse otto specialità della casa tra cui quella al pepe, al lime, alle bacche e al peperoncino. Tariffe ‘Vodka Experience’ a partire da 91,00 euro a persona
Pernottamento a partire da 343,00 euro in Superior King Room a notte, tasse incluse
In questo mondo che corre sempre più a perdifiato verso un futuro di cui sembra non essere mai sazio, ho scoperto un posto in cui il passato la fa ancora splendidamente da padrone. Siamo in quella campagna novarese ancora saldamente legata alla cultura e alla tradizione millenaria del riso, dove i colori accesi si alternano ai grigiori delle nebbie in un gioco affascinante di contrasti che conquista sempre e comunque, e dove si lavora incessantemente nonostante la magia di ritmi slow che invitano a guardarsi attorno e respirare. Ed è qui, alla Cascina Grampa dell’Azienda Risotesta in San Pietro Mosezzo (NO), che il tempo sembra essersi placidamente fermato nella sua corte chiusa con la casa padronale e gli alloggi degli ex salariati, la stalla e il fienile, e il dormitorio delle mondine che conserva ancora le reti dei letti appoggiate alle pareti e le fotografie che raccontano la loro faticosa e fascinosa vicenda. Una pileria, vale a dire un’autentica azienda rurale che dispone di impianti propri, dove si respira la rilassante atmosfera di un mondo neanche troppo lontano nel tempo anche se lo sembra anni luce, la cui forza e particolarità è quella di aver recuperato e rimesso in funzione per la produzione il sistema meccanizzato azionato da un mulino ad acqua, che a partire dal 1600 fino alla seconda metà dell’800 costituiva il solo tipo di impianto utilizzato per la pulitura del riso, privando il risone grezzo della buccia esterna e dei vari tegumenti protettivi per portare nei nostri piatti il chicco lucido.
Un macchinario ormai scomparso dovunque tranne che qui, con la grande ruota spinta dalle acque della Roggia Crosa, i vecchi ingranaggi che azionano contemporaneamente l’imponente macina, la serie di pestelli della pista in pietra e la macchina ad elica per la sbiancatura e la brillatura, in un sistema, tra l’altro, decisamente puro ed ecologico, che si avvale del passato per infilarsi dritto dentro al futuro.
A un passo da lì, sempre immersa nel paesaggio delle risaie del piccolo borgo di San Nazzaro Sesia, anche la splendida Abbazia Benedettina dei Santi Nazario e Celso, grandioso complesso fortificato del X secolo tra i più significativi del Piemonte che comprende anche il maestoso campanile romanico, il bel chiostro con affreschi quattrocenteschi che raccontano la storia di san Benedetto e la cinta muraria con torrette circolari, strizza l’occhio al futuro attraverso gli atelier e i laboratori artistici installatisi tutt’intorno. In un armonioso amalgama di passato e presente che continua a trasmettere la preziosa cultura di quella creatività popolare magistralmente espressa nel vicino Museo dei Ceppi “Piero Baudo” dalle opere in legno e radici di questo artista dall’abilità sorprendente, che oscillano dalla rappresentazione del Carnevale di Rio a Chernobyl, dalla Statua della Libertà al Discobolo, dai racconti dell’Odissea al Quarto Stato di Pellizza da Volpedo, dai crocifissi agli animali di ogni sorta.
Non andatevene senza aver fatto visita anche all’adiacente vecchia Ghiacciaia, con una particolare acustica che consente di dialogare ai due capi diametralmente opposti bisbigliando sommessamente verso la parete. E concludete degnamente con aperitivo o cena al ristorante Pane Amore…Poderia, situato nello storico complesso del Cascinale dei Nobili nel vicino borgo di Casalbeltrame, che ospita anche l’interessante Museo Etnografico dell’Attrezzo Agricolo L’civel e le cinque chiesette “matrioska” dal suggestivo colpo d’occhio…
[box] La ricetta con Riso Testa della chef Monica Ruspa del ristorante “L’Allegra Cucina” di Novara, degustata sulla tavola curata dalla designer Eliana Lorena con i piatti unici del progetto Du Riz e accompagnata da vini dell’Alto Piemonte di Cascina Montalbano Risotto al rosso Boca delle Colline Novaresi e toma di Campertogno Ingredienti (4 persone) • 350 gr di riso Riso Testa Baldo Riserva • 1,5 l di brodo di carne magro • ½ cipolla bianca piccola e1/2 scalogno • 250 ml di vino Boca • 50 gr di burro • 100 gr di parmigiano reggiano • 150 gr di toma piemontese a piccoli dadini • sale qb • pepe qb Preparate il brodo opportunamente salato con carne di manzo e vitello, fate sobbollire il vino rosso in un pentolino per 2/3 minuti per far evaporare la componente alcolica, tritate finemente cipolla e scalogno e fateli appassire nel burro a fuoco basso per una decina di minuti, poi aggiungete il Baldo Riserva e tostatelo fino a quando non sarà diventato traslucido. Sfumate il riso con il vino ormai tiepido, lasciate evaporare ancora e proseguite la cottura aggiungendo di tanto in tanto il brodo. Dopo dodici minuti aggiungete la toma tagliata a dadini facendola sciogliere bene per creare un composto omogeneo. Continuate la cottura per altri 4/5 minuti, poi mantecate il risotto con il parmigiano e aggiungete una macinata di pepe.[/box]