29 aprile 2012 – Sulle Dolomiti Lucane, nel cuore della Basilicata, si torna a volare. Riparte oggi, infatti, la sesta stagione del Volo dell’Angelo, che consente di vivere il più grande sogno dell’uomo di tutti i tempi agganciati a un cavo d’acciaio sospeso tra le vette a 400 mt d’altezza e a una velocità di 120 km orari.
Un lunghissimo minuto in cui si sorvolano le cime dei monti risalenti a 15 milioni di anni fa, che dominano una natura di rocce arenarie sagomate dagli agenti atmosferici, e per questo ribattezzate “il Gufo”, “la Civetta”, “la Grande Madre”, “l’Incudine”.
Ai due lati del cavo, i pittoreschi borghi antichi di Castelmezzano e Pietrapertosa, con le loro storie legate rispettivamente ai Cavalieri Templari, ancora leggibili nella toponomastica delle strade e nello stemma comunale, e agli Arabi, nel cui quartiere dell’Arabata sembra di trovarsi in una casbah di pietra. Apertura: maggio e giugno solo le domeniche e i ponti, luglio e settembre tutti i giorni tranne il lunedì, agosto sempre Costo biglietto: 35 euro nei feriali, 40 euro nei festivi; comprende un volo a/r su due linee differenti e un servizio navetta Requisiti richiesti: età minima 16 anni, peso corporeo min. 35 kg, max 120 kg
L’ormai incessante richiamo della valorizzazione dei piccoli borghi e del loro stile di vita a misura d’uomo e di benessere conquista anche la Campania. Che da il via al neonato brand Borghi Salute e Benessere, destinato ai meritevoli comuni regionali che contano meno di ventimila abitanti. Puntando a incentivare unmodello di turismo improntato su stili di vita salutari a ritmo decisamente slow.
Sono 335 i borghi dell’intera regione, isole comprese, che hanno già fatto domanda per entrare a far parte del brand e del network. Pronti a scendere in campo con proposte promozionali e turistiche assolutamente ad hoc.
I must per la promozione dei borghi
Le linee guida prevedono innanzi tutto l’aumento della capacità ricettiva attraverso strutture alberghiere, e la garanza di un’offerta enogastronomica di qualità. La fruizione del patrimonio paesaggistico e ambientale, delle tradizioni contadine e dell’artigianato locale, di eventi culturali e visite organizzate presso siti religiosi, archeologici e monumentali. La messa a punto di un arredo territoriale con cartellonistica, insegne, totem e quant’altro, di un sito web della rete, e di un’adeguata informazione sui servizi pubblici.
In programma anche una Borghi Salute e Benessere card, pass della famiglia campania>artecard, che metterà in rete tutti i borghi coinvolti offrendo accessi museali, percorsi degustativi, scontistiche riservate e prezzi dedicati. L’intera iniziativa è promossa da Regione Campania e Scabec – Società Campana Beni Culturali.
Torno sempre volentieri in Umbria. Mi piace la sua atmosfera, quel senso di pace così palpabile che si respira, quell’abbraccio verde che avvolge. E quella sua forza nel mantenere un attaccamento alle radici che non dovrebbe mai andare perso. Anche per questo è tanto ricca di tradizioni, feste e rievocazioni volte a mantenere in vita il suo storico e significativo passato.
E allora questa volta mi ci sono buttata dentro anch’io. Immergendomi nella vibrante Festa del Rinascimento, che si è appena conclusa ad Acquasparta, in quel di Terni, dopo due intense settimane di ricostruzione dei fasti d’epoca del Principe Federico Cesi. Vale a dire, colui che, appena diciottenne, fondò nel 1603 a Roma con tre amici l’Accademia dei Lincei, da cui il suo soprannome Il Linceo. Allo scopo di promuovere e coltivare gli studi naturalistici di cui era appassionato. Per illuminare il mondo attraverso la scienza con uno sguardo acuto come quello di una lince, e invitarlo a non fermarsi alle apparenze della realtà. Anche per questo è la prima accademia tra quelle allora esistenti a scrivere statuto e pubblicazioni in italiano invece che in latino, rendendosi comprensibile a più gente possibile.
L’Umbria dei Borghi più belli d’Italia
Acquasparta è una piccola e antica località, già citata nel Paradiso dantesco, e meritevolmente inclusa tra i Borghi più Belli d’Italia. Dove leggende, folklore e tradizioni, ma anche tanta storia, si inseguono tra le viuzze strette della storica via Flaminia su cui sorge, le scalinate di pietra, gli archi e i portoni degli antichi palazzi nobiliari.
Dei tre colli su cui sorgeva originariamente ne è rimasto solo uno, tutt’ora presidiato da una piccola chiesa dedicata a San Francesco. Che, tra l’altro, è anche la prima a essere stata costruita fuori dal circondario di Assisi dopo la sua morte. Al posto degli altri, invece, ora dominano, rispettivamente, la chiesa di Santa Cecilia, sopra l’antica porta d’ingresso in città. E il grandioso Palazzo Cesi, nobile dimora cinquecentesca di Federico, che vi ospitò anche l’amico Galileo Galilei, nonché prima sede dell’Accademia dei Lincei. Che conserva ancora al suo interno preziose biblioteche lignee, soffitti a cassettoni e affreschi di storie e leggende mitologiche e allegoriche.
Sfide tra le contrade e cucina d’epoca nell’Umbria delle tradizioni
Per questo, ogni anno, il borgo rivive l’arrivo in città di Federico Cesi con questa grandiosa rievocazione, organizzata dall’Ente Il Rinascimento ad Acquasparta. Che, tra cortei in costume e mercati d’epoca, sbandieratori e falconieri, acrobati e danzatori, ricostruisce i festeggiamenti allestiti per l’occasione dall’antica piccola comunità. Coinvolgendo attivamente l’attuale popolazione in appassionanti sfide fra le tre contrade cittadine – San Cristoforo, Porta Vecchia, Il Ghetto – che si contendono la conquista delle chiavi della città, tra gare gastronomiche, teatrali e dei Tamburini, Giochi delle dame e Gioco dell’Oca vivente. Oltre a interessarla con lectio magistralis, conferenze e performance teatrali. Che in questa venticinquesima edizione appena conclusa ha puntato il focus sul tema delle Rivoluzioni, dalla scoperta delle Americhe all’affermarsi della teoria copernicana, tra le più importanti innovazioni rinascimentali.
Una rievocazione che, ovviamente, non può non estendersi anche ai piaceri del palato, di cui l’Umbria, si sa, abbonda. Per questo è stato davvero divertente deliziarsi ai tavoli di legno delle antiche taberne con una golosissima alternanza di piatti d’epoca e cucina del territorio. Brindando allegramente sotto le stelle come sicuramente faceva a suo tempo l’antica comunità alla salute di Federico. Prima di lanciarsi nel cuore delle celebrazioni serali con un’entusiasmante corsa nei leggendari tempi che furono…
Da vedere nei dintorni: L’Area Archeologica di Carsulae
Si tratta di un’antica città romana di età imperiale augustea che sorgeva sulla via Flaminia, riportata alla luce da scavi relativamente recenti e ancora in corso. Si stima infatti che sia stato scoperto soltanto il 15% di quello che in realtà giace ancora sepolto nel sottosuolo. Alcuni reperti risalgono però anche all’antecedente epoca tardo-repubblicana. Una città di cui nascita e decadimento sono tuttora avvolti nel mistero, anche se molto probabilmente legati entrambi proprio al passaggio della storica strada in questa zona dell’Umbria. L’assenza di mura difensive racconta infatti il suo carattere pacifico, non militare, bensì commerciale per il traffico delle merci: c’erano soltanto, ancora visibili, i monumentali archi di entrata e di uscita. E per questo, probabilmente, decaduta di pari passo con il progressivo abbandono di questo tratto della via Flaminia. Fino a non averne più alcuna notizia a partire dal 4° secolo d.C.
Gli scavi hanno riportato alla luce le terme all’ingresso principale della città, per consentire a chi vi arrivava di ritemprarsi. E poi la basilica, il foro con i templi e le taberne per la ristorazione, una ricca domus mosaicata, il senato e l’augusteum, il teatro e l’anfiteatro. La minuscola chiesa dei Santi Cosma e Damiano, che conserva ancora l’altare romano e gli affreschi medievali, attualmente suggestiva location per matrimoni. Fino alla necropoli appena fuori dall’arco di uscita, dove troneggia ancora la tomba della più nobile famiglia cittadina. E un piccolo museo che conserva reperti e ritrovamenti della città e dei suoi dintorni. In attesa di altri tesori preziosi che aspettano soltanto di riemergere.