E’ sicuramente il tardo inverno, quando le giornate iniziano ad allungarsi e il freddo si fa un po’ meno pungente, il periodo migliore per visitare la Lapponia svedese. Il consiglio è quello di puntare in modo particolare sulla zona meridionale, nella regione di Skellefteå con il capoluogo omonimo, poco battuta dal turismo e quindi ancora autentica e incontaminata, che offre quindi la possibilità di immergersi nelle atmosfere locali per vivere una serie di esperienze incantevoli: dalle escursioni sul mar Baltico a bordo delle navi rompighiaccio, con possibilità per i più audaci di galleggiare in mare in tute speciali, alla guida di auto su laghi e fiumi ghiacciati, dai soggiorni nei Wilderness Camp in mezzo alla foresta senza acqua né elettricità alla sauna e al bagno in tinozze di acqua calda all’aperto, dai safari all’alce in motoslitta a quelli in slitta trainata dai cani husky, fino all’avvistamento della maestosa aquila reale e delle suggestive aurore boreali. Il tutto vivendo in prima persona la cultura dei sami, unico popolo indigeno d’Europa, tra renne, storie e antiche leggende attorno al fuoco nella kåtan, la capanna tipica.
Esperienza imperdibile è anche quella del gusto, assaporando tutte le tipicità locali: lo suovas (renna salata e affumicata), il salmerino artico (pesce d’acqua fredda che si pesca d’inverno), il pitepalt (sorta di grande gnocco a base di patate, farina di grano e pancetta di maiale salata, servito con burro fuso e marmellata di mirtilli rossi), le uova di coregone di Kalix (caviale DOP), il tunnbröd (pane sottile di farina di frumento e segale, servito con burro, carne di renna o formaggio). La chicca è poco a sud di Skellefteå, a Burträsk, zona di produzione del formaggio DOC Västerbotten, il tipico parmigiano svedese. Una vera bontà.
Aprile 2018 – Credevate che Gabriele D’Annunzio appartenesse ormai alla storia passata, relegato tra libri di scuola e memorie storiche? Fate un salto nel piccolo e delizioso borgo di Gardone Riviera, su quella sponda bresciana del Lago di Garda che profuma di limoni, di ulivi e di vino grazie a coltivazioni autoctone favorite da un dolcissimo clima mediterraneo, e che lo ospitò nell’ultima fase della sua esilarante vita. E vi accorgerete che è ancora qui più presente che mai, tra lo splendido lungolago affacciato sull’Isola del Garda – l’isoletta privata dei conti Cavazza, i cui giardini rigogliosi e parte della loro sontuosa dimora in stile veneziano sono ora aperti anche alle visite del pubblico – e le stradine acciottolate che conducono al celebre complesso del Vittoriale degli Italiani, dove abitò per diciassette anni insieme alla compagna, la pianista Luisa Baccara, prima in affitto e poi da proprietario.
E’ ancora presente in questa casa, da lui chiamata Prioria, che definire scenografica è quasi un eufemismo, ridondante di 33.000 volumi e 10.000 oggetti di ogni sorta quasi ammassati l’uno sull’altro, ancora nelle collocazioni originali in quella suggestiva atmosfera di semioscurità dovuta alla sua fotofobia: c’è ancora intatto, per dirne uno, l’armadietto pieno dei farmaci da lui usati. E’ ancora presente nel sottostante Museo D’Annunzio Segreto che mette in vetrina i suoi effetti personalissimi come vestaglie e pantofole, toeletteria e necessaire da viaggio, e nel Museo D’Annunzio Eroe che punta sulla sua storica esperienza militare. Ed è ancora presente anche nel prestigioso Grand Hotel Gardone affacciato sul lungolago, in cui alloggiò tre mesi nel 1921 insieme a tanti suoi ospiti letterati, artisti, musicisti e nobildonne, in attesa che venissero ultimati i lavori all’ex Villa Cargnacco, appunto il futuro Vittoriale: nella sua junior suite è stata pienamente ricreata l’atmosfera delle sue stanze. E in questa nuova stagione, appena ripartita, in ogni camera c’è a disposizione degli ospiti un flacone di Il Piacere, una delle quattro fragranze della linea esclusiva “I Profumi di d’Annunzio, Odorarius Mirabilis” a lui ispirata, e prodotta in collaborazione con la Fondazione il Vittoriale degli Italiani, dove, tra l’altro, inaugura proprio questo mese la mostra D’Annunzio e l’arte del profumo. Odorarius Mirabilis che ricostruisce il suo universo olfattivo, terzo step di un progetto partito con la profumazione della Prioria e proseguito con la creazione delle quattro essenze. E quando nel 2002 fu commemorato il gemellaggio tra Gardone Riviera e Pescara, la sua città natale, il barman in chief del Grand Hotel, Massimo Mannella, creò appositamente il Dannunziano, cocktail a base di mirtilli, liquore Aurum e spumante che ancora oggi l’albergo serve, magari accompagnato da tartine alla mousse di trota in arrivo direttamente dal ricettario della celebre Suor Intingola, cuoca ufficiale del Vate. Un privilegio di cui nessun altro, tra le tante altre celebrità passate dal Grand Hotel – da re Giorgio di Sassonia all’astronauta russa Valentina Tereskova prima donna nello spazio, dallo scopritore del vaccino contro la poliomielite Albert Sabin allo scrittore Vladimir Nabokov, da Lou Reed a Patti Smith fino al tenore Josè Carreras – è stato insignito, fatta eccezione per Sir Winston Churchill, giunto qui nel luglio 1949, qualche anno dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale durante la quale era stato trasformato in ospedale per poi tornare nuovamente albergo: la sua camera conserva ancora gli arredi originali, e al Winnie’s Bar, chiamato così in suo onore, si serve ancora il suo Champagne preferito, il Pol Roger, diventato lo champagne ufficiale della maison. Per questo in questo splendido borgo di Gardone Riviera, Bandiera Blu per le acque pulite, Bandiera Arancione Touring per l’offerta di eccellenza, e membro del club dei Borghi più Belli d’Italia, il Grand Hotel Gardone continua a rappresentare una realtà imprescindibile che lega passato e presente nei suoi 400 metri di lunghezza affacciati sul lago, nel suo nobile Salone delle Feste, nella cucina territoriale a km 0 vestita di nuovo del ristorante ‘Il Giardino dei Limoni’ aperto anche agli esterni, nella sua spiaggia privata, piscina e solarium. Anche se adesso il turismo, iniziato con la sua apertura nel 1884 (fu il primo hotel, alcuni anni dopo, a godere della luce elettrica) come invernale per il bel mondo mitteleuropeo, si è ribaltato in estivo e in maggioranza inglese, forse, chissà, perché risente ancora del potente traino churchilliano. Ma sono davvero tanti, da queste parti, i luoghi che meritano una visita, certamente apprezzati da chiunque: dai già citati Vittoriale e Isola del Garda alle limonaie di Gargnano, dal giardino botanico di Gardone al Duomo di Salò, dal borgo caratteristico di Limone alle animate Sirmione e Desenzano del Garda. Senza farsi mancare un bicchiere del tipico Valtènesi Chiaretto, elegante vino rosè fresco e sapido prodotto qui da oltre un secolo, e che sta approdando ora anche nel parco del Vittoriale. Perché anche se Gabriele D’Annunzio era quasi astemio, possedeva comunque una cantina con i vini più prelibati da offrire ai suoi ospiti. E le tradizioni, si sa, non muoiono mai. La ricetta del Dannunziano 3/10 di mirtilli freschi centrifugati 1/10 di Aurum (liquore pescarese al gusto di arancia) 6/10 di Pol Roger Viene servito in un bicchiere tipico, e il suo colore un po’ cupo ricorda proprio gli interni del Vittoriale
Renne, igloo e cultura Sami: sono questi i tre cardini attorno a cui la Lapponia svedese offre un’autentica e affascinante esperienza artica.
Tanto per cominciare, è possibile immergersi nella storia e nelle tradizioni dei Sami, il popolo indigeno di queste terre prossime al Circolo Polare, sedendo con loro accanto al fuoco nelle kåta, le tende tipiche, ad ascoltarne i suggestivi racconti.
Si può partecipare alle escursioni con le renne, aiutando anche a dar loro da mangiare e poi mettendosi alla guida di una renna da slitta lungo un percorso nella foresta. Assaggiare un pasto tradizionale sami servito nella tenda tipica e cotto a fuoco vivo, in cui non può mancare la souvas, carne di renna salata e affumicata (info su www.nutti.se). E poi pernottare nel nuovissimoIglootel, appenainauguratoalle porte della cittadina di Arjeplog, sul lago di Hornavan, a 70 km a sud del Circolo Polare: una grande struttura di neve composta da diversi igloo la cui temperatura interna varia da 0 a -5 gradi, a seconda che siano la sala da pranzo, il bar di ghiaccio, la lounge o le camere, mentre in uno senza tetto ci si riunisce attorno al fuoco vivo, con tre vasche di legno colme di acqua calda e due saune.
La cittadina offre anche circuiti ricavati da laghi ghiacciati dove è possibile guidare un’auto ad alta prestazione su neve e ghiaccio, percorsi su cui effettuare escursioni in motoslitta o con i cani, aree per la pesca nel ghiaccio e suggestive gite in elicottero. Foto souvas: Magnus Skoglöf/imagebank.sweden.se