Si chiama PurAbbottega e ha tutto il sapore della primavera la nuova colazione biologica proposta da Abbottega, delizioso locale multianime nel cuore di Milano. Che accanto ai più tradizionali ciambellone e cappuccino, accoglie la bella stagione dando modo di iniziare la giornata con frullati, macedonie, centrifughe, yogurt, e soprattutto con i nuovissimi smoothies a base di frutta fresca, con sapori anche insoliti e prelibati come quelli di acai, caja’ e graviola.
Possibile, infatti, personalizzare la propria bevanda con i gusti preferiti e osservarne la preparazione dal vivo, e anche portarsela via per sorseggiarla con calma dove si preferisce.
Prodotti e piatti tipici tramandati da secoli sono senza dubbio una delle principali ricchezze delle vallate alpine piemontesi e valdostane che fanno parte del Parco Nazionale Gran Paradiso. Ma quest’anno l’Ente Parco, in collaborazione con produttori e ristoratori, ha voluto scegliere uno specifico emblema gastronomico. E per non far torto a nessuno, ha creato un piatto ad hoc, capace di racchiudere nel modo più ampio possibile le tipicità del territorio. Ecco quindi la Zuppa del Gran Paradiso, pietanza a base di patate, cipolle o porri e pane, che ogni ristoratore può personalizzare poi secondo il suo gusto e creatività. A cominciare innanzitutto dalla densità che le vuole conferire, per proseguire con i formaggi usati per insaporirla (toma d’alpeggio, serais, fontina), il pane (di grano saraceno o integrale), le erbe aromatiche (timo, ortica, ‘verquegno’, ‘lenga buinà’), fino all’aggiunta di castagne, orzo perlato, riso o pasta corta. Un’infinità di varianti, insomma. Da assaggiare tutte per assaporare a fondo in un unico, ricco e sostanzioso piatto, tutti i sapori “paradisiaci” del Parco.
Creatività e mestiere. Che abilmente amalgamati come due ingredienti primari e perfetti danno vita ai piatti di Chef Max, tanto sorprendenti sulla carta quanto incredibilmente gustosi al palato. E che prendono le mosse dalla cucina tradizionale italiana, con relative e sempre freschissime materie prime, per rimodularla in chiave contemporanea. Esaltando i delicati equilibri tra i sapori sulla base di una lunga esperienza internazionale alle spalle, e di svariate tecniche di preparazione adatte alla ricetta da creare.
La fucina di queste perle gastronomiche si chiama M’amo, un ristorante accogliente e appartato gestito con infinita passione dai titolari Massimo, lo chef, e Manuela, che si occupa in prima persona di tutto il resto. Dove si respira un’atmosfera estremamente rilassante nonostante la vicinanza con le vie della movida milanese della brulicante zona Isola.
La creatività nelle ricette, il mestiere nelle mani
Vi dico la verità: appena ho letto il menù sono rimasta un po’ basita. Quei piatti, quegli accostamenti di ingredienti mi sembravano davvero un po’ troppo azzardati. Basti pensare all’ampia proposta di risotti, nei quali lo chef è un vero maestro: al taleggio e caffè espresso, al limone noci e cioccolato, alla burrata cozze e fili di melanzane croccanti, alla pesca e tartare di gamberi.
Ma poi mi è bastato assaggiare la tagliata di manzo con gamberi marinati e gelato, il fagottino di zucchine con ricotta aromatizzata e scaglie di cioccolato fondente, la mousse ai due cioccolati con confettura di fichi e sale dolce di Cervia per ricredermi in un amen. Perché il risultato è davvero d’eccezione.
Volete altri esempi? Le cozze fritte su sautè di agrumi caramellati. Gli spaghetti scampi e n’duja. La quaglia su vellutata al mango e prosecco. Il semifreddo con la cipolla di Tropea. E via di questo passo. Un menù che non soltanto varia ogni tre o quattro mesi per seguire la stagionalità delle materie prime. Ma che dipende anche da quello che ogni mattina lo chef sceglie andando personalmente a fare la spesa, per realizzare anche diversi fuori menù quando qualche ingrediente lo ispira particolarmente. E insegnarli anche ai giovani aspiranti che scelgono di formarsi con lui.
Non solo. Qui potete anche vivere un’esperienza enogastronomica del tutto personalizzata. Perché con un gruppo minimo di sei persone si può organizzare il Tavolo dello Chef, con menù degustazione creato ad hoc in base al budget fornito dai clienti e alle loro preferenze. Oppure potete iniziare a scoprirlo in una delle tante serate a tema, dedicate alle tipicità regionali, ai risotti o semplicemente animate dalla creatività illimitata dello chef.
…e la fretta resta fuori
E poiché un’esperienza gastronomica come quella offerta dal M’amo merita di essere assaporata lentamente e intensamente, potete stare tranquilli. Nessuno vi soffierà sul collo per liberare il tavolo e far accomodare i clienti in attesa. Non ci sono turni, si può restare seduti tutto il tempo che si vuole. Perché, dicono Massimo e Manuela, “da noi bisogna rilassarsi e godere ogni singolo boccone, senza alcuna fretta”. Che in questi ritmi quotidiani già tornati a girare alla velocità della luce, davvero non è poco.