Rossopomodoro, e Milano fa sentire a Napoli

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5 ottobre 2018 – A Milano, sentirsi “come un giorno a Napoli” non è proprio impresa facile. Ma siccome è proprio questo il claim della ventata di rinnovamento che da oggi investe la storica pizzeria napoletana Rossopomodoro di viale Sabotino 19 (e che via via si estenderà all’intera famiglia di locali), ho voluto andare a toccare con mano se bastava davvero varcare una soglia per sentirmi catapultata in un attimo ai piedi del Vesuvio, trasportata da un sapiente abbraccio tra tradizione e innovazione.
Quello che ho sentito subito è stato il per me sempre irresistibile profumo di pizza, virtuosamente miscelato nell’atmosfera all’ineguagliabile aroma di caffè partenopeo, a invadere di piacevolezza un locale più luminoso e contemporaneo che strizza l’occhio a stili, storie e modi di dire del capoluogo campano, e dove l’accoglienza e l’allegria tipicamente napoletani regnano ancora e sempre sovrani. E per un attimo ho sperato che il rinnovamento si limitasse solo a quello: guai se dal menù fossero spariti pizze fritte e pizze veraci, margherite con mozzarella di Bufala Campana DOP e tielle. E invece, con mio grande sollievo, sono ancora tutte lì, più buone che mai. Ma adesso anche in compagnia di nuove proposte tipiche della tradizione, come gli spaghetti alle vongole e le polpette al sugo, il baccalà fritto e la parmigiana di melanzane. Oltre a nuove idee, primi tra tutti gli impasti della pizza alternativi, come quello alla canapa, particolarmente proteico e leggero, e quello ai cereali, e sempre con prodotti stagionali e rigorosamente locali: la pasta di Gragnano, la farina di Napoli, l’olio di Sorrento, la mozzarella di Bufala Campana Dop, i presidi Slow Food e tante altre eccellenze.
pizza frittapizza napoletana
Anche tra i dolci sono rimasti gli immancabili classici della tradizione napoletana: babà e pastiere, capresi e delizie al limone. Ma, in onore alla condivisione partenopea del piacere della tavola, si è aggiunta la Ciottolosa, fonduta di cioccolato servita in centro tavola in cui inzuppare frutta e Scugnizzi, frittelle cosparse di zucchero fatte con l’impasto delle graffe napoletane. E proprio “come un giorno a Napoli”, è quasi vietato chiudere senza il rito del caffè, che viene letteralmente incoronato partendo dal tradizionale espresso fino a declinarsi in creme, dolci e semifreddi come il Caffettuccio, panna cotta al caffè e pistacchi di Bronte, il Bufarotto, caffè con crema di latte di bufala, panna e cioccolato fondente, la Tazzulella, un piccolo tiramisù alla nutella. Se mi sono sentita proprio come un giorno a Napoli? Beh, a questo punto giudicatelo voi…

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