Il Milanese Imbruttito molla la city e va a fare business in infradito sulle spiagge della Sardegna? Non che sia una brutta idea, anzi. Per molti sarebbe il sogno della vita. E quindi un pensierino ce lo fa anche lui, ovviamente sempre in tandem con il fidatissimo Giargiana (Valerio Airò Rochelmeyer), suo eterno stagista. Ma come se la caverà con l’ostilità dei pastori nello sperduto e arretrato borgo di Garroneddu, considerato che per lui perfino Milano “è soltanto il cap 121, e tutto il resto è popolo” ?
Arriva oggi sul grande schermo Mollo tutto e apro un chiringuito, prima avventura cinematografica del Signor Imbruttito, magistralmente interpretato dal mitico Germano Lanzoni che da sempre gli presta il volto al punto da esserne diventato quasi preda: <<Sai quando si dice che il personaggio si impadronisce dell’attore e della sua vita? E’ proprio il mio caso. Gestivo la mia attività attoriale in maniera pressoché artigianale, oggi ho addirittura un team, più imbruttito di così…Del resto amo così tanto la mia città che mi diverte anche raccontarla in questo modo! E il messaggio di questo film è che occorre imparare a fare impresa con i veri valori di un territorio, qualunque esso sia. Vale a dire la sua gente, i suoi luoghi e la sua storia>>.
Il Milanese Imbruttito dall’office al chiringuito
Girato tra il borgo abbandonato di Tratalias, nella regione del Sulcis, e il mare cristallino della vicina Cala Cipolla, il film cavalca infatti il new trend del turismo esperienziale. Che punta a far vivere i visitatori come dei veri e propri locals, calandosi nelle usanze e nella cultura del posto. << Sinceramente trovo che andare in un’isola meravigliosa come la Sardegna per blindarsi in un villaggio significhi sprecare davvero un’occasione. E questo vale per qualunque luogo – dichiara il protagonista – Ok le vacanze, ma dentro ci può e ci deve stare anche la scoperta del territorio. Io infatti non amo tanto la vacanza, quanto proprio il viaggio. Di cui tendenzialmente conosco solo la prima destinazione e le date di partenza e arrivo. Ma non so affatto cosa farò durante, dove andrò, che esperienze vivrò. Perché il bello per me è proprio scoprire l’inaspettato, attraverso l’impatto con una cultura diversa, i colori, i profumi, le usanze>>.
Padre di due gemelle quattordicenni, confessa che però dovrà aspettare ancora qualche anno prima di tornare a muoversi liberamente in questo modo. Tanto più che attualmente è anche impegnato con il progetto HBE – Humour Business Experience, incentrato sull’utilizzo dell’ironia nella comunicazione e nelle relazioni interpersonali. Per valutare come la risata in azienda possa aumentare la produttività, <<a dimostrazione che il personaggio ormai gestisce ampiamente il mio cervello>> ironizza.
Ma ribadisce: <<Adoro partire per un luogo che non conosco e scoprirlo passo dopo passo. In particolare mi piace visitare città che favoriscono l’interazione profonda tra abitanti e territorio, il modo di viverle, di lavorare, di muoversi, perché io vivo in una di quelle e il confronto mi incuriosisce. Mi attira decisamente meno il villaggio turistico, dove tra l’altro ho fatto l’animatore per tanti anni. A meno che non si viva la sua comodità e il suo spirito allegro come un appoggio da integrare con uscite alla scoperta del mondo che c’è fuori. E questo film è anche questo: raccontare, ovviamente con la nostra solita ironia, un sano desiderio di leggerezza contro il troppo stress che abbiamo addosso. Ecco, per me il viaggio rappresenta proprio la possibilità di scaricarci di dosso i pesi della quotidianità e vivere esperienze nuove con un po’ di sana leggerezza>>. TAAAC!
Se volete un assaggio del film…